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domenica 16 febbraio 2025
 
 

Si può ridurre il rischio di Alzheimer con la dieta

16/04/2015  Grazie a un nuovo regime in tavola che è un misto tra la classica dieta mediterranea e l’alimentazione consigliata ai soggetti ipertesi.

Grazie a un nuovo regime in tavola che è un misto tra la classica dieta mediterranea e l’alimentazione consigliata ai soggetti ipertesi. La malattia o demenza di Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce le cellule del cervello. Insorge lentamente ma è inesorabilmente progressiva. I sintomi, all’inizio, sono lievi e spesso passano inosservati ma con il tempo interferiscono pesantemente con le attività quotidiane e le relazioni sociali. 

I deficit di memoria a breve termine caratterizzano l’esordio della malattia. Poi, progressivamente, si altera la capacità di usare oggetti, il significato delle parole, si perde la capacità di compiere atti volontari (per esempio, allacciarsi le scarpe o accendere la televisione), non si riconoscono gli oggetti e il loro significato (si usa una forchetta come un coltello...), il linguaggio è farfugliato e a volte assente, si possono avere bruschi cambiamenti di carattere e di umore. Possibili pure aggressività e insonnia. 

A tutt’oggi non si conoscono con sicurezza le cause e non esiste alcun farmaco. In questo quadro da notte fonda, un minimo di luce arriva da un lavoro scientifico statunitense che dimostra com’è possibile abbassare il rischio di sviluppare l’Alzheimer modificando l’alimentazione, con un misto tra la classica dieta mediterranea e una consigliata ai soggetti ipertesi.

LA DIETA DELLA MENTE

Questa dieta, detta Mind (in inglese “Mente”), comprende un gruppo di 10 alimenti “salutari” per il cervello e 5 alimenti “non salutari”. Si devono mangiare, ogni giorno, almeno tre porzioni di cereali integrali, un’insalata di verdure a foglia verde con un’altra verdura a scelta, il tutto accompagnato da un bicchiere di vino rosso. Durante la giornata sono ammessi spuntini con frutta secca (noci, nocciole, arachidi, mandorle). I fagioli sono consigliati a giorni alterni, pollame e bacche (mirtilli, ribes, lamponi) almeno due volte la settimana e pesce almeno una volta la settimana.

Importante è limitare al massimo i cibi “non salutari”: carni rosse, burro e margarine, formaggi, dolciumi e cibi fritti o “fast food”.

Dallo studio emerge come chi segue strettamente una dieta siffatta potrebbe avere una diminuzione del 53% del rischio di sviluppare demenza di Alzheimer rispetto a soggetti che non hanno seguito questa dieta.

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Mi chiamo Mario e ho il morbo di Alzheimer
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