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mercoledì 19 marzo 2025
 
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Siamo a rischio catastrofe, serve ripeterlo?

06/10/2023  L'esortazione apostolica "Laudate Deum" di papa Francesco e il rischio catastrofe legato al surriscaldamento climatico. L'intervento di Sandro Calvani e Alberto Mattioli

Sull’esortazione apostolica Laudate Deum pubblichiamo un articolo scritto da Sandro Calvani e Alberto Mattioli.  Sandro Calvani, consigliere senior per la pianificazione strategica presso la Fondazione Mae Fah Luang, a Bangkok, Thailandia, e docente di Diritti umani, politica dello sviluppo sostenibile e degli affari umanitari presso il Master in relazioni internazionali della Webster University è stato anche direttore generale dell’UNICRI - Istituto internazionale delle Nazioni Unite  - per la ricerca sul crimine e la giustizia (2007-10), e ha lavorato per 35 anni come alto funzionario dell'Onu e della Caritas oltre che essere stato capomissione in 135 Paesi in cinque continenti. Alberto Mattioli, giornalista e collaboratore di “Avvenire”, consulente aziendale, già dirigente e consigliere di amministrazione in organi di vigilanza in varie società è stato formato nell’associazionismo cattolico e ha ricoperto vari incarichi politici e istituzionali.

di Sandro Calvani e Alberto Mattioli

Papa Francesco risuona l’allarme al mondo a rischio di una catastrofe ambientale mai vista prima. La nuova esortazione apostolica Laudate Deum è una vibrante chiamata alla responsabilità di tutte le organizzazioni internazionali. Il 4 Ottobre 2015 papa Francesco donava all’umanità la lettera enciclica Laudato Si’ per risvegliare le coscienze sulla urgenza di custodire meglio il creato. Cosa è cambiato negli otto anni passati? I dati sono scoraggianti: i sistemi democratici arrancano, l’immigrazione cresce ingovernata, salgono i rischi per la salute pubblica, aumenta la disumanità dei conflitti che distruggono anche la sicurezza alimentare dei popoli poveri, la distruzione della biodiversità e la scarsa riduzione di gas a effetto serra sono peggiorate. Eppure con lo stesso entusiasmo con il quale era stata accolta la Pacem in Terris di Giovanni XXII e la Populorum Progressio di Paolo VI, la Laudato si’ fu celebrata da un coro unanime di approvazione globale tra tutti i leader politici,  economici e dell’impegno sociale. Ma la traduzione in pratica delle aspirazioni è andata a rilento o addirittura a marcia indietro. Esse sono riecheggiate ancora all’assemblea generale delle Nazioni Unite nel Settembre scorso ove il Segretario Generale Antonio Guterres ha illustrato le statistiche che dimostrano come gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 sono molto indietro nella tabella di marcia di realizzazione.

L’ Assemblea dell’Onu ha riconosciuto la necessità di un cambio di paradigma nel multilateralismo verso un nuovo Patto per il Futuro. Il Papa ricorda che la prossima Conferenza mondiale sul clima (COP 28) a Dubai deciderà i livelli di impegno necessari per il mondo. La domanda crescente di energia, acqua e altre risorse naturali essenziali per la sopravvivenza e per lo sviluppo continua a generare incomprensioni, odio e conflitti, invece di accelerare la collaborazione e la solidarietà; il governo dei beni comuni globali è sempre più influenzato dal diritto della forza invece che dalla forza del diritto internazionale.  Ecco perché Francesco ha sentito il bisogno di suonare la campana due volte, alzando il suo suo grido a nome degli ultimi che subiscono il risultato dell’ignavia dei leader.  Come la sirena di una nave che cerca di evitare una collisione che la affonderebbe, chi vede l’apocalisse imminente alza il tono e ripete l’allarme.Pericolo senza precedenti, mancano 90 secondi alla fine dell’umanità: la guerra tra Russia e Ucraina ha avvicinato l’iconico orologio del giorno del giudizio, ancora più vicino alla mezzanotte dell’apocalisse”, così ha avvisato il bollettino degli scienziati atomici, che cita le minacce biologiche come le pandemie, la proliferazione nucleare, la crisi climatica, la disinformazione sponsorizzata dallo Stato e le nuove tecnologie senza controllo. Papa Francesco indica le vie e denuncia come la distorsione del principio meritocratico sia divenuto il grimaldello per operare scelte che in realtà aumentano il divario tra chi possiede ricchezza e le chiavi del potere tecno-economico e chi invece non ha i mezzi per accedervi e stare al passo dei cambiamenti. Dobbiamo dunque recuperare l’originale senso dell’economia, la radice Eco (comune a economia e ecologia) viene dal greco òikos  cioe’ -casa comune-. Si tratta di sperimentare stili di governo e vita che mettano in pratica una conversione ecologica integrale delle relazioni tra l’umanità e il resto del pianeta. Può nascere così un neo umanesimo che tenga insieme dimensione spirituale (le fedi), ragione, economia e scienza-tecnica. Francesco è l’unico leader mondiale che in questo momento propone una nuova visione di governo dei beni comuni globali, per la giustizia e la Pace. Il neo premio Nobel per la letteratura Jon Fosse sostiene “Nel mondo in cui viviamo, sento che i poteri sono quelli economici, che sono così forti. Sono loro che comandano tutto. E ci sono forze che stanno dall’altra parte, e la Chiesa è una di queste. E perché la Chiesa esista – e la Chiesa cattolica è la più forte – bisogna in qualche modo forzare il cattolicesimo. La Chiesa è l’istituzione più importante, a mio avviso, della teologia anticapitalista”.  Nella conclusione dell’esortazione, Il Papa cita la fiducia in Dio e il coraggio dei discepoli di Cristo come un modello di soluzione:  “Si tratta di non cedere alle lusinghe di una tecnocrazia che domina tutto e di non considerare l’uomo come un dominus assoluto. […] Lodate Dio è il nome di queste lettera, perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso».

 

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