Il primo libro in cui Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, e la moglie Anna Chiara Gambini raccontavano la loro turbolenta vita di famiglia numerosa con quattro figli era già chiuso quando, in anticipo di un mese e mezzo sulla data prevista del parto, era venuto alla luce il quinto figlio, Giorgio Maria, nato con la sindrome di Down. Avevano deciso di scrivere una nota finale in cui dicevano che se era stato bello parlare della loro famiglia quando le cose andavano bene, ora dovevano mettersi alla prova e verificare di essere in grado di gestire quella inaspettata situazione.
A distanza di due anni e mezzo possono dire di avercela fatta, come raccontano nel nuovo libro Adesso viene il bello (Sperling & Kupfer), una narrazione corale in cui moglie e marito offrono il loro diverso punto di vista e danno voce anche ai figli. «Quando mia moglie è rimasta incinta del nostro quinto bambino aveva 37 anni», dice De Palo, «ma non abbiamo voluto fare test prenatali, che consegnano ai genitori una pistola in mano, delegando a loro la scelta se far vivere o meno la loro creatura. Per noi Giorgio Maria è stata una gioia grande, siamo tutti letteralmente innamorati di lui, anche i fratelli. Non provano nessuna vergogna, anzi, ne sono fieri, anche del fatto che scherzosamente il più grande, Giovanni, che ha 15 anni, in virtù del fratellino è stato ribattezzato dai compagni di scuola il down. Giorgio Maria ci ha permesso di scoprire la nostra tenerezza e ha semplicato la vita familiare, perché di fronte a decisioni anche banali che normalmente scatenano infinite discussioni, a trionfare è il diritto del più debole, il piccolino di casa. Noi ci comportiamo come dovrebbe fare la politica, ovvero non lasciamo indietro nessuno». Il libro non vuole essere un manuale della famiglia perfetta, ma è un racconto emozionante di come la famiglia ha sperimentato la bellezza di un bambino speciale. «Sicuramente ha dei bisogni particolari, è seguito da un logopedista e una fisioterapista, a 2 anni e mezzo ancora non cammina. Noi ci comportiamo con lui come qualunque genitore farebbe con un figlio che ha delle difficoltà. Non siamo angosciati per il suo futuro, anche perché gli abbiamo donato quattro fratelli che non solo gli offrono una grande quantità di stimoli, ma che siamo sicuri si prenderanno cura di lui quando non ci saremo più». Gigi De Palo nel suo ruolo istituzionale si fa portavoce con il Governo delle esigenze delle famiglie italiane. E per quelle con un figlio disabile le difficoltà raddoppiano: «Ho apprezzato che il Governo abbia deliberato che i bambini con bisogni speciali abbiano diritto alla didattica in presenza anche laddove le scuole sono chiuse».