Qui: una Croce al cimitero. Foto Ansa. In alto: un'immagine panoramica di Casalecchio di Reno.
Niente Croce all’ingresso del Cimitero del comune di Casalecchio di Reno, e nemmeno una scritta che richiami in qualche modo il credo cristiano perché “il cimitero è un luogo pubblico, e quindi hanno prevalso criteri di laicità”. Un dibattito trito e ritrito, che suona persino anacronistico. Eppure la querelle “croce sì, croce no” è uscita dalle aule scolastiche, dalle corsie degli ospedali e dalle aule dei tribunali, e ha raggiunto persino la soglia di quello che i nostri nonni chiamavano “Camposanto”.
Casalecchio di Reno è una popolosa cittadina di 36.000 abitanti, alle porte di Bologna. Anni fa l’amministrazione ha deciso di ampliare il cimitero creando anche una nuova entrata. Il vecchio ingresso monumentale, dove insistono ben 19 croci, doveva essere chiuso perché pericolante. Ci fu una consultazione coi parroci e l’allora sindaco promise che, al termine dei lavori, una croce avrebbe caratterizzato la nuova ala. Oggi il cantiere è terminato ma la croce, salvo ripensamenti, non sarà collocata e il nuovo ingresso sarà anonimo, come vuole la fede laicista che ha prevalso in consiglio comunale.
Il nuovo sindaco Pd Massimo Bosso infatti ha messo ai voti la richiesta dell'ufficio di presidenza del Consiglio comunale e i no hanno vinto, nonostante il parere avverso di alcuni dei suoi compagni di partito. Il cimitero è un luogo pubblico, non bisogna offendere la sensibilità di chi professa una fede diversa o di chi è ateo. Le opposizioni, come sempre capita in questi casi, sono insorte. Qualcuno ha piantato una croce in un’aiuola nei pressi del cimitero, altri hanno evocato l’editto di Saint Cloud di Napoleone. Nessuno ha pensato, più semplicemente, di rispettare la sensibilità della maggioranza delle persone che si recano a pregare sulle tombe dei loro cari , che certamente non si sentono offese ma piuttosto confortate da quello che è un segno di speranza universale.
Pacato ma deciso il commento del nuovo arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi. «Credo che questa decisione sia sbagliata e inopportuna», ha dichiarato. «Lasciare la Croce all’ingresso di un cimitero non ne limita l’accoglienza e non offende nessuno, ma richiama a quell’umanesimo che fa parte anche della cultura laica».