Si affaccia dalla finestra in una piazza san Pietro colorata dagli ombrelli. Papa Francesco ricorda, come ha già fatto nella messa per la vita consacrata, «l’importanza per la Chiesa di quanti hanno accolto la vocazione a seguire Gesù da vicino sulla via dei consigli evangelici. Il Vangelo odierno racconta che, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Maria e Giuseppe portarono il Bambino al tempio per offrirlo e consacrarlo a Dio, come prescritto dalla Legge ebraica. Questo episodio evangelico costituisce anche un’icona della donazione della propria vita da parte di coloro che, per un dono di Dio, assumono i tratti tipici di Gesù vergine, povero e obbediente, il Consacrato del Padre». Una consacrazione che riguarda ogni cristiano, «perché tutti siamo consacrati a Lui mediante il Battesimo. Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia. Tuttavia, tale consacrazione è vissuta in modo particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con la professione dei voti appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo. Questa appartenenza al Signore permette a quanti la vivono in modo autentico di offrire una testimonianza speciale al Vangelo del Regno di Dio».
Consacrati a Dio e consegnati ai fratelli, un dono, insiste il Papa, perché «le persone consacrate sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione con i piccoli e i poveri. Un dono di Dio alla Chiesa, un dono di Dio al suo popolo. Ogni persona consacrata è un dono per noi Popolo di Dio in cammino. C’è tanto bisogno di queste presenze, che rafforzano e rinnovano l’impegno della diffusione del Vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa; l’impegno della formazione umana e della formazione spirituale dei giovani, delle famiglie; l’impegno per la giustizia e la pace nella famiglia umana». E poi aggiunge: «Pensiamo un po' cosa succederebbe se non ci fossero le suore, le suore negli ospedali, nelle missioni, nelle scuole. Pensiamo una Chiesa senza le suore. No, non si può pensare. Sono grandi queste donne che consacrano la loro vita e portano avanti il messaggio di Gesù. Le religiose e i religiosi sono la testimonianza che Dio è misericordioso».
Un pensiero, infine alla Giornata mondiale della vita e alle tante iniziative per la difesa e la promozione della vita, ma anche un ricordo e una vicinanza alle «care popolazioni di Roma e della Toscana colpite dalle piogge e dalle inondazioni. Non manchi a questi nostri fratelli che sono nella prova la nostra solidarietà completa, la nostra preghiera. Cari fratelli e sorelle, vi sono tanto vicino», ha concluso il Papa mentre la pioggia continua a cadere.