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martedì 20 maggio 2025
 
Sorridete!
 

Siate felici, almeno per oggi

19/03/2014  Da due anni, su iniziativa dell'Onu, si celebra il 20 marzo la Giornata mondiale della felicità. C'è chi prova a misurarla, ecco come.

Gente allegra a Rio de Janeiro (Reuters).
Gente allegra a Rio de Janeiro (Reuters).

Per favore, un sorriso. Oggi è la Giornata mondiale della Felicità e non starebbe bene mostrarsi in giro col muso lungo e la piva. Anche perché questa Giornata è una cosa seria: è stata introdotta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (che raduna, nondimentichiamolo, tutte le nazioni del mondo) il 28 giugno 2012 sulla base del principio che "la ricerca della felicità è uno degli scopi fondamentali dell'uomo". concetto ripreso quasi pari pari dalla Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, che dice: "“A tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità”. E quella carta fondamentale risale al 1776.

Stabilita la giornata, resta il fatto che ognuno poi se la gioca come può. C'è chi, come l'americana Valerie Alexander, che si definisce "scrittrice, moglie, cineasta, educatrice e guida per i meandri della vita" (certamente avere una buona opinione di sé aiuta...), produce un libro intitolato La felicità come seconda lingua e anima un blog interamente dedicato ai trucchi piccoli e grandi per essere felici di giorno in giorno. E c'è il sito spagnolo che ogni lunedì (giorno di grandi malumori) mette in Rete un video destinato a "tirar sù", a regalare almeno quei tre minuti di allegria che magari danno un indirizzio più sereno a tutta la giornata.

A proposito: i social network stanno diventando un termometro sociale importante. A Milano un gruppo di ricerca analizza da anni milioni di interventi in Rete, dai tweet ai post su Facebook, e attraverso sofisticati strumenti d'analisi analizza appunto il sentiment, l'umore collettivo. Si chiama Voices from the blog e sa, più o meno, se quel che mettiamo in Rete "puzza" di tristezza o di arrabbiatura. considerato che l'italiano è la quarta lingua per numero di interventi sui social di tutta la Rete, noi italiani abbiamo una bella responsabilità: possiamo far sorridere o ingrugnire il mondo, non è poco.

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