È morta a 96 anni Angela Lansbury conosciuta dal grande pubblico come Jessica Fletcher della Signora in giallo. Un successo mondiale, un appuntamento imperdibile dal 1984 al 1996 dal “sapore di casa”. I motivi ce li spiega Giorgio Simonelli, esperto di radio e televisione. «È un esempio classico di Tv dell’appuntamento in orario meridiano; La Signora in giallo era stata trasmessa anche in prima serata, ma il successo maggiore l’ha avuto nella fascia del mezzogiorno».
Perché?
«Perché era la serie Tv da guardare con la nonna, l’appuntamento familiare per eccellenza. La serialità di una volta, potenzialmente infinita finché uno non si stufava o moriva qualcuno. Un appuntamento per cui, all’ora di pranzo, ti ritrovavi un ospite in più».
Eppure era un giallo senza suspence
«Era prevedibile nei contenuti, certo. Ma questa era la sua forza. Con una sigla uguale in tutto il mondo, una struttura sempre uguale; sapevi come andava a finire, ma ti dava la soddisfazione di ripercorrere un percorso già conosciuto con le variazioni del luogo e del personaggio».
Una prof che risolveva i casi di Cabot Cove e tutto il pubblico dalla sua parte
«Questa è l’idea che sottostà anche al successo di don Matteo. Il dilettante che risolve un caso che i professionisti non riescono a risolvere. Il risolutore del caso che lo fa per diletto e per senso della giustizia rendendo più facile così l’identificazione».
Una persona come tante, l’emblema della persona comune
«Una prof in pensione con un intuito spiccato di chi non si convince della prima soluzione».
Giorgio Simonelli, esperto di radio e di televisione
Eppure nel suo personaggio e nella scrittura della serie c'è tanta storia del cinema...
«C’è il tema hitchcockiano della polizia che non ce la fa e che a volte si intestardisce su una soluzione o ne trova una di comodo. Un po’ imbranata, che ricorre a lei talvolta gentilmente, altre entrando in conflitto».
Una serie americana nell’ambientazione ma anche molto inglese.
«Qui il colpevole ringrazia sempre l’investigatrice. C’è un’idea di fair play molto inglese, la stessa per cui a fine partita bisogna stringersi la mano. È così anche nel modo in cui tratta il colpevole ma anche nell’abbigliamento e nella cura dei particolari».
Vogliamo dire una parola sull’attrice Angela Lansbury?
«Ha fatto film importanti, ha esordito in Angoscia e ha fatto cose significative, ma non era un sex symbol, il tipo di donna che può colpirti per l’aspetto. Sembrava vecchia quand’era giovane e giovane da vecchia. Un tipo fisico che non funzionava nel cinema hollywoodiano, ma era perfetto in Tv. Una figura familiare nel modo di vestirsi, nella cura per la casa, per il servizio da tè. Tutto perfetto nella logica dell’appuntamento».
Una serie americana dal tocco inglese
«Una mistura che ne ha favorito l’internazionalità. Mai truce né angosciosa. In questo don Matteo le è debitore».