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martedì 17 settembre 2024
 
 

Sindacato al bivio: essere o non essere

13/03/2014  Una manovra redistributiva varata senza ascoltare le parti sociali, che però approvano. E' il nuovo "paradosso Renzi". Che ricorda un certo Tony Blair, che in Gran Bretagna…

Matteo va veloce e si vede. Al punto che gli manca il tempo di incontrare le parti sociali, ma non di spiazzarle. La sua è una manovra redistributiva bella e buona, quanto di più a sinistra e sindacalmente corretto si possa immaginare. Mille euro nette all’anno in busta paga ai lavoratori meno abbienti pescando da risparmi da spending review (ma si è capito se saranno 3 miliardi o 7?) e da maggiore tassazione sulle rendite (dal 20 al 26% su conti correnti, conti depositi, azioni e obbligazioni). Detto così, chi a sinistra può dire no? Chi, nel sindacato, può dire un bah?

Così, a guardare i giornali del giorno dopo, si legge il paradosso fatto dichiarazione. Camusso e Bonanni che confessano candidi: non ci ha neanche consultati, ma ha fatto quello che gli avremmo  detto di fare. Come dire: meglio che faccia, per discutere c’è sempre tempo. Quasi una concertazione per telepatia, che apre l’era 3.0 del confronto sindacale. C’è stata quella muscolare dell’era Berlusconi (Tremonti e Sacconi). Poi quella in guanti bianchi del professor Monti: incontri contingentati, tempi da thé delle cinque per varare una riforma delle pensioni che non piaceva a nessuno (vedi alla voce esodati).

Matteo non ha tempo, va veloce. Poca etichetta. Non ascolta nemmeno perché sa quel che fa o dice di saperlo. E fa proprio quello che gli avrebbero detto i sindacati. Delle due l’una: o i vecchi riti (incontri, mediazioni, delegazioni, trattative….) era tutta roba inutile oppure oggi, complice la crisi, sono inutili i sindacati. Forse perché la strada è obbligata Forse perché da sempre per un sindacato è più difficile fare politica con un governo amico.  Un fatto è certo: il giorno dopo il Renzi-show dei 1.000 euro il sindacato si chiede se essere o non essere. E alla mente torna un certo Tony Blair, che in Gran Bretagna, condannò alla irrilevanza le Trade Unions dopo anni di Tatcherismo. Semplicemente rubando loro parola e mestiere.

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L'Italia secondo Matteo, i provvedimenti in sei scatti
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