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martedì 18 marzo 2025
 
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Sindone: le immagini del mistero in un DVD

04/06/2015  Il film prodotto dal Centro televisivo vaticano e diretto da Omar Pesenti, dal 4 giugno in edicola con Famiglia Cristiana, fa il punto sulla realtà del Sacro Telo. Con ricostruzioni in 3D, animazioni, schegge di fiction. Non è un manifesto apologetico ma un avvincente viaggio-inchiesta

Non è un manifesto apologetico ma un vero e proprio viaggio-inchiesta negli enigmi della Sindone, che migliaia di cristiani venerano come il sudario funebre di Cristo, gli scienziati non cessano di studiare e suscita interesse e curiosità persino tra molti non credenti o fedeli di altre religioni. «Il Dvd», chiarisce subito Gian Maria Zaccone, direttore scientifico del Museo della Sindone di Torino, «non è “a tesi” ma cerca di fare il punto sulla realtà del lenzuolo attraverso la ricostruzione degli studi scientifici e dando voce a tutti. Non a caso, tra le persone interpellate c’è anche uno studioso che sostiene che la Sindone sarebbe d’epoca medievale e, di conseguenza, un falso».

Il bello del film-documentario Sindone.Storia di un Mistero (da questa settimana con Famiglia Cristiana), diretto da Omar Pesenti, realizzato da Officina della comunicazione, prodotto dal Centro televisivo vaticano (Ctv) con il sostegno di Egea e la collaborazione di Sky3D, è l’uso sapiente della tecnologia grazie alla quale, attraverso ricostruzioni in 3D, animazioni, schegge di fiction, chi lo guarda può immergersi nella vicenda millenaria e intricatissima della Sindone, tra indagini accurate, l’esame del “carbonio 14”, l’incendio del 1997 e il susseguirsi di pubblicazioni e analisi. «Dal punto di vista visuale il documentario è molto accattivante», conferma Zaccone. Che aggiunge: «Una riflessione interessante è quella svolta dal professore Ruggero Eugeni, docente di Semiotica dei media alla Cattolica di Milano, sul significato della Sindone come segno».

Molte immagini, dalle passate Ostensioni, fino a quelle relative al patrimonio artistico dei Musei Vaticani e diocesani, arrivano dal repertorio esclusivo del Centro televisivo vaticano. «E questo», nota Zaccone, «è importante perché è un chiaro segnale d’interesse da parte della Santa Sede nei confronti della Sindone e di ciò che essa rappresenta per i fedeli al di là delle discussioni scientifiche»

Ma qual è il filo rosso del film? Il regista Omar Pesenti ha fatto partire la narrazione da quando è nato l’interesse scientifico verso il Lenzuolo, «e cioè», spiega, «dal celebre scatto fotografico di Secondo Pia del 1898, dal quale siamo partiti per tracciare il percorso sugli studi effettuati senza imporre nessun punto di vista allo spettatore, che potrà farsi un’opinione da solo». In diversi momenti – e qui siamo al cuore dell’enigma – sono stati richiamati i passi del Vangelo che raccontano la passione e morte di Gesù e che presentano analogie sorprendenti con l’immagine dell’Uomo della Sindone e fanno di questo lenzuolo qualcosa di molto più complesso di una semplice, pur suggestiva, “immagine”.

L’AUTOPSIA DELLA SINDONE

  

«Abbiamo ricostruito visivamente la scena del sepolcro vuoto di Cristo con il sudario rimasto a terra», spiega Pesenti, «anche se non diciamo che c’è una corrispondenza tra quel sudario e la Sindone di Torino, ma cerchiamo di mettere in fila tutti gli elementi utili emersi fino a questo momento». Il cuore del documentario è l’analisi dal punto di vista anatomopatologo dell’immagine lasciata impressa sul telo dall’Uomo della Sindone. «In sostanza», spiega Pesenti, «abbiamo fatto una doppia autopsia della Sindone con il professor Bruno Barberis, che ha analizzato una riproduzione, e con il professore Pierluigi Baima Bollone che ha analizzato il negativo in uno studio di anatomopatologia, come se si trattasse di un cadavere». C’è un particolare che ha colpito molto il regista: «È incredibile», dice, «la corrispondenza tra i racconti del Vangelo e l’impronta che c’è sul telo». Il mistero, insomma, è destinato a continuare. Senza mezze misure: «Se è falsa », ha detto qualcuno, «è l’opera di un genio sovrumano; se è vera, è il segno di un amore sovrumano».

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