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venerdì 21 marzo 2025
 
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Sindone, per i non vedenti c'è il plastico 3D

18/04/2015  L'idea è di Angelo Costantino Sartoris, torinese, disabile visivo affetto da una malattia degenerativa degli occhi: «Mi sembrava importante», dice, «che le persone cieche potessero accedere a questo documento»

Con attenzione e delicatezza i polpastrelli si posano sul volto, sfiorano il naso, il contorno degli occhi, poi scendono lungo le spalle, arrivano al costato ferito, intuiscono i segni della flagellazione, le percosse, i chiodi sulle mani e sui piedi. Anche chi non vede può accostarsi alla Sindone, grazie a un plastico che riproduce in rilievo l'immagine impressa sul lino. La storia di questo contributo all'accessibilità si intreccia con quella di Angelo Costantino Sartoris, torinese, disabile visivo affetto da una malattia degenerativa degli occhi. Fu lui, in occasione dell'ostensione del 2000, ad avere l'idea. «Mi sembrava importante – racconta – che le persone cieche potessero accedere a questo documento, fonte di domande per credenti e non. Ne parlai con alcuni esponenti del comitato organizzatore dell'ostensione. Qualche tempo dopo fui convocato da un gruppo di esperti e sindonologi: ero emozionato e un po' disorientato, ma fu un incontro cordiale e la mia proposta venne accolta».

Il plastico è il risultato di un gioco di squadra, nel quale sono intervenuti molti attori. Fondamentale il lavoro di Nello Balossino, docente di informatica all'Università di Torino, che ha curato il trattamento digitale dell'immagine usata per realizzare l'opera in rilievo.

«Una trasposizione integrale della Sindone – prosegue Sartoris – avrebbe posto molti problemi pratici, a causa delle grandi dimensioni, e avrebbe rischiato di diventare inutilizzabile. Per questo, dopo varie ipotesi, si decise di riprodurre in scala 1 a 1 la parte sinistra del telo, cioè quella in cui l'uomo appare frontalmente. Le diverse gradazioni di colore corrispondono a diversi livelli di rilievo: in questo modo i non vedenti, con l'aiuto di una guida, possono percepire l'immagine. La prima persona a toccare il plastico fu una ragazza argentina di 16 anni, non vedente. Accostandovi le dita si commosse e noi ci dicemmo che quella reazione così semplice e istintiva bastava, da sola, a giustificare il nostro lavoro».

Ma il legame di Sartoris con la Sindone è proseguito nel tempo. Durante l'ostensione del 2010 ha lavorato come volontario e ora desidera ripetere l'esperienza: «Per me è una preziosa occasione di servizio. E' stando accanto ai nostri fratelli, soprattutto ai cosiddetti "ultimi", che possiamo incontrare il volto del Signore». Quest'anno coordinerà i volontari addetti al plastico tattile: una squadra formata ad hoc, di cui fanno parte due persone cieche e alcuni ipovedenti. Proseguirà dunque il suo impegno per permettere a chi non vede di fare esperienza della Sindone.

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