Al Sinodo irrompe la questione della povertà, il lavoro precario, la disoccupazione, il denaro che manca e quindi non si può nemmeno avere un’abitazione decente. Tutte cose che mettono in crisi la famiglia. Così come la ricerca del denaro, nuovo idolo, che spesso sacrifica le famiglie sull’altare del profitto. Gli interventi continuano serrati e ormai quasi tutti i Padri Sinodali sono intervenuti almeno una volta. Ma si è parlato dei laici, che vanno ascoltati di più perché è con loro che la Chiesa può trovare risposte ai problemi delle famiglie. Un altro tema è quello delle migrazioni.
In alcuni interventi sono stati criticati le leggi di alcuni Paesi che non permettono o rendono molto difficile il ricongiungimento familiare. Sotto accusa anche il fondamentalismo religioso soprattutto islamico che impedisce ai cristiani di essere cittadini con pari diritti rispetto ai cittadini musulmani, con relativi problemi per le famiglie che risultano da matrimoni misti. C’è il problema dell’educazione religiosa dei figli e l’incognita di quei cattolici che uniti in matrimonio misto vogliono continuare a praticare la propria religione. Altri interventi hanno proseguito nella discussione sul rapporto tra dottrina e pastorale
Si sa che su alcune questioni di esegesi, cioè sull’interpretazioni di passi della Sacra Scrittura relativi all’indissolubilità del matrimonio, vi sono posizioni differenti.
Un momento dei lavori del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. Foto Ansa.
L’argomento è stato al centro del dibattito di mercoledì mattina come ha riferito ai giornalisti l’arcivescovo Victor Manuel Fernandez, rettore dell’università cattolica di Buenos Aires invitato al Sinodo da Papa Francesco. Ha
spiegato che la dottrina sull’indissolubilità non cambia, ma occorre
considerare con realismo le situazioni difficili. Insomma la dottrina
evolve nella sua spiegazione con l’evoluzione del pensiero e insieme
alla storia, che cambia.
Fernandez ha fatto l’esempio della schiavitù, prima ammessa dalla Chiesa
e poi condannata. La stessa cosa vale per molte cose che riguardano la
pastorale familiare. La parola chiave attorno al quale si stanno
svolgendo le discussioni in aula sembra dunque essere “gradualità”.
Ne ha parlato, a quanto si apprende, il cardinale di Monaco Marx, ma anche il preposito generale dei Gesuiti padre Nicolas. Il rettore Fernandez ha ricordato che nell'Evangelii gaudium papa
Francesco “ha parlato del bene possibile: c'è l'ideale, che noi amiamo
tanto e che non vogliamo indebolire, ma c'è la realtà delle persone che
ancora non possono arrivare a quell'ideale ma possono crescere verso il
bene possibile”.
I vescovi devono “favorire questo bene possibile, senza dimenticare
questo tema della gradualità, per le tante situazioni che troviamo nelle
famiglie”. La stessa cosa per la poligamia, altri tema affrontato dal
Sinodo. E’ condannata dalla Chiesa sulla base del rispetto della dignità
della donna.
Uno scorcio di un'area povera in Myanmar, l'ex Birmania. Foto Reuters.
Ma essa in alcune società è alla base di molti rapporti sociali. Se
una donna di queste società si converte, cosa deve fare? Lasciare tutto e
morire di fame? Fernandez ha posto proprio questa domanda,
invitando a riflettere per trovare una soluzione che rispetti la
dottrina, ma anche che sia misericordiosa verso le parole. Molti
interventi stanno riprendendo anche il tema della “carità creativa” di
cui ha parlato Papa Francesco più volte nella veglia di sabato scorso
organizzata dalla Cei e nell’omelia della Messa che ha aperto i lavori
del Sinodo.