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martedì 10 settembre 2024
 
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«La sessualità è un percorso d’amore, non peccato»

16/10/2015  Al Sinodo, le testimonianze degli uditori laici, coppie di sposi giunte da tutto il mondo. Sono intervenuti anche i delegati fraterni, in rappresentanza di diverse confessioni cristiane. Tra essi, l'anglicano Timothy Thornton e il patriarca Stephanos, della Chiesa ortodossa di Estonia.

Se papa Giovanni fece il discorso alla luna, da papa Francesco ci si aspetta «un discorso al sole. C’è un arco che si tende tra questi due Papi ed è l’arco del Concilio Vaticano II. Per questo un discorso al sole, che dica il colore della misericordia che è il color oro, come il sole, appunto». Al briefing quotidiano sui lavori del Sinodo interviene il patriarca Stephanos della Chiesa ortodossa di Estonia. Tocca lui e all’anglicano Timothy Thornton spiegare che «i padri sinodali stanno imparando a essere sinodali, a lavorare insieme, ad apprendere gli uni dagli altri».

Qualche bacchettata alla stampa per dire che «nessuno si rivolge al Papa con intenzioni distruttive» e per ironizzare sulla presunta lettera dei 13 «dovrei offendermi perché nessuno mi  ha chiesto se volevo firmarla», sorride il vescovo Thornton. «È importante mantenere il dialogo aperto. E bisogna che i media vedano il lato positivo, non lo scandalo. Non sappiamo bene di cosa parli la lettera. Ciò che conta è che c’è un Sinodo: se vogliamo costruire, e non distruggere, ovviamente devono esserci posizioni diverse. Sembra quasi che si cerchi, da parte dei media, di tastare il terreno, di vedere chi parteggia per l’uno o per l’altro, ma io vedo dei vescovi lieti, contenti, consapevoli delle preoccupazioni dei loro fedeli, ognuno con la propria visione della pastorale».

Rispondendo alle domande dei giornalisti il patriarca Stephanos spiega il percorso penitenziale che, nella Chiesa ortodossa, porta a un secondo matrimonio «che non è una celebrazione festosa, ma proprio una celebrazione penitenziale», perché «anche per la nostra Chiesa il matrimonio è per l’eternità. Nella Chiesa romana si parla di indissolubilità, nella nostra di unicità, ma ci sono dei momenti della vita in cui l’amore cambia senso e gli sposi si autodistruggono. È una condizione di peccato e di disperazione: il vescovo può sciogliere il matrimonio, si tenta di dare la possibilità alla persona di ricostruirsi, ma è necessario un momento penitenziale».  Un percorso complesso che richiede un discernimento attento da parte del parroco e poi del vescovo, che, solo, può sciogliere il matrimonio, anche se non è obbligato a farlo. Tutti i delegati fraterno presenti al Sinodo, in tutto 12 compresi il patriarca Stephanos e l’anglicano Thornton, hanno preso la parola nella Congregazione. Dopo di loro hanno parlato anche tutti gli uditori con i 3 minuti messi a loro disposizione. Sulla questione dei divorziati risposati, ha sottolineato Bernard Hagenkord, collaboratore di padre Lombardi per la lingua tedesca, «si sono aperte tre strade: o non far niente, o intraprendere la via penitenziale proposta dal cardinale Kasper, o rimanere fermi nella dottrina e andare controcorrente».

 Tra ieri pomeriggio e stamattina ci sono stati 57 interventi. Tra quelli di lingua tedesca anche la questione «dell’importanza del vincolo matrimoniale, che non è molto chiaro ai fedeli» per cui «si è chiesto di riprendere questo argomento dopo il Sinodo per non prendere una decisione prematura». All’attenzione dell’Assemblea anche la questione delle adozioni, della violenza all’interno della famiglia, degli abusi e dell’incesto, del silenzio che regna in queste famiglie e di come la Chiesa può diventare voce delle vittime, ma anche la cura degli anziani, spesso tentati dal suicidio per l’isolamento in cui si trovano e per la paura di essere inutili. Grande attenzione all’accompagnamento delle coppie anche con l’aiuto di famiglie cristiane che possano comunicare un’esperienza e alla formazione, compresa l’educazione alla sessualità. «C’è la buona notizia», si è detto al briefing, «che la sessualità umana è vista come percorso d’amore e non come peccato».

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