«Un documento di consenso», lo definisce il cardinale di
Vienna Schonborn. Quello che i padri sinodali voteranno nel pomeriggio,
composto da 94 punti e letto integralmente nella mattinata, ha avuto già l’unanimità
della Commissione dei dieci che erano incaricati di sintetizzare il lavoro di
questi giorni. «Non
dovete aspettarvi molto sul tema della omosessualità», ha sottolineato il
cardinale durante il briefing in sala stampa, «qualcuno resterà deluso. Il tema dell'omosessualità è toccato sotto
l'aspetto della famiglia: se facciamo esperienza di un fratello, una sorella,
uno zio, una persona che è omosessuale, come gestire questa situazione da
cristiano».
Davanti alla richiesta
dei divorziati risposati, invece, la posizione è di «guardare ad ogni singola
situazione, discernere e accompagnare le situazioni caso per caso. Il documento
dà criteri per questo accompagnamento, non solo per la comunione ma per tutte
le questioni».
«Il tema dei divorziati risposati è affrontato riconoscendo la
diversità dei singoli casi. Se ne parla con grande attenzione, e la parola
chiave è discernimento. Vi invito a pensare che non c'è il bianco e il nero, e
quindi non basta un semplice sì o no. C'è invece un obbligo, per amore della
verità, di esercitare un discernimento tra le situazioni diverse».
Il cardinale
di Vienna, che ha molto lodato il metodo sinodale con il quale si è lavorato, ha aggiunto: «Papa Francesco da buon gesuita formato dagli esercizi
di Sant'Ignazio ha imparato da giovane tale discernimento».
Sulle convivenze, altro tema caldo, il cardinale ha sottolineato che «Lo sguardo
della Chiesa deve essere attento alle situazioni» e non può semplicemente dire:
«Se voi non siete sposati allora andate via».
Il documento finale, che il cardinale definisce «un ottimo documento», sarà votato questo
pomeriggio e diffuso in serata ai giornalisti insieme con il discorso
conclusivo del Papa.