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venerdì 13 settembre 2024
 
 

Siria, continua il calvario di Aleppo, città martire

26/09/2016  Salta il summit con Mosca. Ripresi i raid. Save The Children: "Metà vittime sono bimbi". La tragica impotenza dell'Onu. Usa, Gran Bretagna e Francia puntano il dito contro Damasco e Mosca.

Nessuna pietà per Aleppo e per  i suoi abitanti. Anche oggi i raid aerei del governo siriano di Assad e dei suoi alleati russi hanno colpito la città martire del nord della Siria. Lo riferiscono l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) e i giornalisti presenti ad Aleppo orientale assediata dalle forze lealiste. Il Centro di documentazione delle violazioni in Siria ha denunciato l'uccisione di 51 civili nelle ultime 48 ore nella regione di Aleppo. Secondo le fonti odierne, sono invece una decina i civili uccisi nelle ultime ore, tra cui due minori e una donna. Colpita anche Urem al Kubra, la località a sud-ovest di Aleppo dove una settimana fa era avvenuto il raid sul convoglio umanitario dell'Onu, che da giorni è al centro di polemiche tra Russia e Stati Uniti. Nella zona orientale di Aleppo, circa la metà delle vittime che i partner umanitari di Save the Children stanno estraendo dalle macerie o curando negli ospedali, in seguito ai bombardamenti degli ultimi giorni, sono bambini. Lo rende noto l'organizzazione umanitaria. I medici, sottolinea Save the Children, stanno lavorando giorno e notte per salvare quante più vite umane possibili, tuttavia tanti bambini continuano a morire sui pavimenti degli ospedali a causa della mancanza di medicinali di base, antibiotici, anestetici e attrezzature, come i respiratori. I casi più gravi necessitano del trasferimento immediato fuori dalla zona orientale di Aleppo, ma questo non è possibile perché tutte le strade sono bloccate.

All'indomani della riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu sulla drammatica situazione ad Aleppo, le informazioni che Save the Children continua a ricevere dai partner impegnati sul terreno dipingono un quadro di violenza inimmaginabile e insopportabile per i bambini e per le loro famiglie. Il "tono" di alcuni funzionari britannici e americani è generalmente "inaccettabile". Così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov a proposito della Siria. Tale "retorica", ha aggiunto, può provocare "grande danno" al processo di pace in Siria e alle "relazioni bilaterali". Lo riporta la Tass. Peskov ha inoltre sottolineato che al momento "non ha senso" tenere un summit sulla Siria e ha definito la situazione come "molto difficile".Onu impotente sulla Siria, accuse crimini guerra alla Russia - Dialogo tra sordi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunito d'urgenza sulla tragedia siriana. Mentre Gran Bretagna e Francia attaccano la Russia accusandola di crimini di guerra, e Mosca difende la "moderazione invidiabile" di Damasco constatando comunque l'impossibilità della pace, ad Aleppo si continua a morire sotto le bombe. I ribelli anti-Assad, che hanno riconquistato in meno di 24 ore il campo palestinese di Handarat nel nord della città, denunciano che i bombardamenti di ieri hanno fatto almeno 23 vittime. 

Dal Palazzo di vetro denunce ed esortazioni, senza l'ombra di un'indicazione concreta. L'inviato dell'Onu Staffan de Mistura, deluso per il mancato accordo sulla ripresa del cessate il fuoco deciso il 9 settembre da Usa e Russia, constata che "questi sono giorni agghiaccianti, tra i peggiori da quando è iniziato il conflitto in Siria. Il deterioramento della situazione ad Aleppo sta raggiungendo nuove vette di orrore".Il diplomatico ricorda che ad Aleppo "270 mila persone sono di fatto sotto assedio da 20 giorni" e avverte che sono rimaste solo "piccole finestre di opportunità" per evitare che il conflitto peggiori ancora. Il segretario generale Ban Ki-moon è ancora più vago. Esorta "tutti i soggetti coinvolti a lavorare di più per porre fine all'incubo" e si chiede "che scuse ci sono per non intraprendere un'azione decisa che fermi il caos".
 
La partita si gioca altrove e anche sul tavolo dei "crimini di guerra" di cui è accusata la Russia. E' stato il titolare del Foreign Office, Boris Johnson, ad aprire il nuovo fronte questa mattina in un'intervista alla Bbc.
La Russia "é colpevole di prolungare questa guerra e di renderla di gran lunga più orribile" esordisce Johnson e, riferendosi al bombardamento del convoglio umanitario lunedì scorso ha lanciato l'affondo: "se é stato fatto sapendo che si trattava di obiettivi civili assolutamente innocenti, quello é un crimine di guerra". L'ambasciatore britannico Matthew Rycroft,, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, è ancora più diretto: "La Russia e' in partnership con il governo di Damasco nel commettere crimini di guerra". Dalla stessa parte è schierato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault che tira dentro anche l'Iran, chiedendo a Mosca e Teheran "di mostrare senso di responsabilità, ponendo uno stop" all'escalation militare scelta da Assad. "In caso contrario - scandisce - Russia e Iran saranno complici dei crimini di guerra commessi ad Aleppo". Gli Stati Uniti non si riferiscono esplicitamente di crimini di guerra, ma l'ambasciatore all'Onu Samantha Power parla di "barbarie" della Russia che, insieme a Damasco, ha lanciato "150 attacchi nelle ultime 72 ore". La Russia non batte ciglio. E l'ambasciatore alle Nazioni Unite Vitaly Churkin sentenzia: "Portare la pace in Siria e' un compito quasi impossibile ora".   

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