Bambini siriani (Reuters).
Come in tutte le guerre contemporanee, i più colpiti sono i civil disarmati, non i combattenti. Secondo le rilevazioni dell'Onu, peraltro ferme ai primi del 2014, circa il 10% dei caduti in questi quattro anni sono state donne.
Il prezzo più atroce alla guerra tra i fedelissimi del dittatore Bashar al-Assad, i jihadisti dell'Isis e i ribelli del Libero esercito siriano, però, lo stanno pagando i bambini. E non solo quelli siriani. Secondo l'Unicef, in tutta la regione soffrono a causa di questo conflitto (peraltro ormai allargato asnche all'Iraq) circa 14 milioni di minori. Quasi 6 milioni sono i bambini siriani direttamente coinvolti, 2 milioni dei qualil sono bloccati nelle aree del Paese di fatto ormai irraggiungibili anche da un minimo intervento umanitario. Circa 2,6 milioni di bambini siriani ormai non vanno più a scuola.
Poi ci sono altri 2 milioni di bambini siriani che vivono all'estero nei campi profughi costruiti in Libano, Turchia, Giordania e altri Paesi. La loro difficoltà si rispecchia in quella dei loro coetanei di quegli stessi Paesi: l'Unicef calcola che per 3,6 milioni di bambini, l'accoglienza dei profughi da parte dei loro Paesi si è tramutata in un ulteriore impoverimento delle condizioni di vita, già difficili anche prima.
Infine, ci sono anche quasi 3 milioni di bambini iracheni che, a causa dell'avanzata dell'Isis, vivono la stessa situazione dei bambini siriani: sono diventati profughi, per la maggior parte in Kurdistan; oppure sono costretti a vivere nelle aree controllate dai jihadisti dell'Isis o in quelle in cui si svolgono i combattimenti.
Questa è oggi la guerra.