La tecnologia e l’innovazione digitale possono essere generatori di impatto sociale e ambientale? È questa la domanda di fondo che ha fatto da filo conduttore della terza edizione del Social Enterprise Open Camp, appuntamento di formazione internazionale dedicato all’imprenditoria sociale che raccoglie le figure più importanti nel campo dell’imprenditorialità d’impatto a livello mondiale.
Dal 21 al 24 ottobre a Bari e Matera si sono ritrovati sessanta tra speaker, esperti di imprenditoria, knowledge advisor e imprenditori sociali da diversi Paesi del Mondo per vivere e condividere un’esperienza formativa immersiva e residenziale caratterizzata da un programma ricco di workshop, case history da tutto il mondo e tavole rotonde.
L’apertura ufficiale del camp si è svolta a Bari, emblema dell’Italia crocevia di cultura e conoscenza. I lavori sono poi proeguiti a Matera, Capitale europea della Cultura 2019, luogo simbolico ed esempio reale di rigenerazione e rinascita. Tra i protagonisti dell’evento, Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo; Kanini Mutooni, amministratore delegato della Draper Richards Kaplan Foundation; Peter Halbook, Ceo della Social Enterprise UK. E ancora, Huda Abdallah e Frankline Rotich di WikiAfrica Education/Afrocuration; Jacopo Ottaviani, Chief data officer di Code for Africa, la più grande federazione di data journalism; Christian Onyando, co-fondatore di AfricanDrone, che si occupa di giornalismo per immagini grazie alla tecnologia dei droni; Chiara Boroli, presidente Fondazione De Agostini; Adama Sanneh, co-fondatore e Ceo di Moleskine Foundation.
Il Social enterprise opena camp è ideato e promosso da OPES-LCEF e Consorzio Cooperativo CGM. L’evento è realizzato in collaborazione con il consorzio La città essenziale e la cooperativa Oltre l’arte.
(Foto di Francesco Margutti Photomovie)