La recente ricerca inglese sulla soddisfazione della vita di coppie ha mostrato un panorama in cui che quelle senza figli si sono rivelate le più soddisfatte. Il motivo è da ritrovare nella maggiore possibilità di impegnarsi in modo significativo per mantenere la loro relazione. Per esempio per esempio, uscendo di frequente insieme o prendendosi degli spazi e dei tempi a due. Cosa che la presenza dei figli renderebbe assai difficile. Ne parliamo con la professoressa Anna Bertoni, docente di "Interventi per la famiglia" e di "Tecniche di conduzione di gruppo" presso l’Università Cattolica di Milano dove da anni porta avanti, insieme a un'equipe di colleghi e con risultati molto incoraggianti, i Percorsi di Enrichment Familiare
dedicati a coppie funzionali che vivono la complessità quotidiana.
- L'avere molto tempo per sé rende davvero più felice una coppia?
«Bisogna capire cosa intendiamo in questo caso per felicità. In genere le ricerche la studiano in termini di “soddisfazione di coppia” e risulta che questa diminuisce nel tempo, soprattutto con la nascita dei figli. Altre ricerche dimostrano invece una “ripresa” della soddisfazione dopo il contraccolpo legato a questo evento. Io credo che un rapporto di coppia felice non si giochi solo in termini di soddisfazione. La “felicità a tutto tondo” può richiamare anche altri ambiti nei quali rientra sia la persona che la coppia. Se con i figli la soddisfazione di coppia è un po’ messa alla prova (anche perché si tende a trascurare il proprio legame a fronte delle incombenze riguardanti il bambino), con la nascita dei figli emergono altri aspetti che possono essere importanti e sostanziali: la capacità di supportarsi a vicenda, di progettare e impegnarsi, di essere generativi, la profonda gratificazione legata all’avere un figlio, che arricchisce la coppia e anche la sua identità».
- Quando realmente i figli possono dividere e allontanare i genitori?
«I figli non hanno il potere (e neanche la responsabilità!) di allontanare i genitori, così come non hanno il potere di formare la coppia. L’inizio e la fine di una relazione è sempre una “questione di coppia”.
I figli, ed è un loro diritto, sicuramente possono mettere alla prova i genitori mettendoli di fronte a scelte educative impegnative e sfidanti. Per questo i due partner devono avere capacità di comunicazione, condivisione, negoziazione e anche progettuali, capacità sulle quali lavoriamo nei percorsi di Enrichment familiare . La presenza dei figli può minare l'unione tra la madre e il padre scelgono di investire solo nella relazione genitoriale e si “dimenticano” la propria relazione. E’ la trascuratezza (l’assenza di cura) che divide la coppia non la presenza dei figli».
- Esistono situazioni in cui la coppia è messa davvero alla prova?
«Ci sono eventi sfidanti, davanti ai quali l'equilibrio può essere minato, pensiamo alla malattia di un membro della famiglia, all’attuale grave crisi economica, a impegni quotidiani pressanti. In questi casi risultano di grande importanza interventi preventivi che possono sostenere il legame di coppia».
- A cosa vanno incontro le coppie senza figli quando diventano anziane?
«Ogni coppia, con o senza figli, nell’età anziana si trova in un momento critico. Deve fare i conti con una maggiore fragilità, la malattia e la fine della vita. E' impegnata anche nel redigere un bilancio di quanto ha costruito e di quanto lascia. Questo bilancio ha a che fare anche con l'identità e il senso della propria vita. L'immagine che abbiamo di noi si fonda su quello che siamo nel momento attuale, ma anche su quello che siamo stati in passato e su come ci immaginiamo nel nostro futuro. L’avere dei figli quando si è anziani può arricchire la propria esistenza, così come la mancanza dei figli la può impoverire. Ma la presenza o l’assenza dei figli non assume significati assoluti per la coppia: ci possono essere coppie anziane dimentiche e dimenticate dai figli, o devastate da rapporti conflittuali con e tra i figli, così come ci possono essere coppie senza figli animate da bellissime relazioni generative».
- Quindi che peso ha in una relazione "avere" o "non avere" messo al mondo dei figli?
«A mio avviso l’aspetto che fa la differenza è come ogni coppia vive la sua dimensione generativa, che esprime la capacità di farsi carico di altre persone diverse da sè, di prendersi cura delle nuove generazioni nei modi che ciascuno trova praticabili nella propria vita. Non necessariamente questo si traduce nell’avere figli biologici, ma può essere espresso da altre forme di genitorialità (pensiamo a quella adottiva o affidataria) o da forme di pro socialità (pensiamo a progetti e investimenti relazionali a favore delle giovani generazioni)».