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lunedì 21 aprile 2025
 
ambiente
 

Plastica killer, torna in mare la tartaruga che stava per morire soffocata

07/09/2021  La tartaruga Vangelina era stata recuperata nel mar Ligure e affidata all'Acquario di Genova. Il problema dei rifiuti gettati in acqua è devastante: solo nel 2020 la Guardia Costiera ha estratte dai fondali ben 7 tonnellate; un quantitativo equivalente a 240 mila bottiglie di plastica abbandonate tra i flutti

Vangelina, tartaruga Caretta caretta soccorsa a fine giugno a circa 5 miglia nautiche dal porto di Imperia in serie difficoltà natatorie, è tornata al mare. 

Grazie all’intervento immediato della Guardia Costiera di Imperia e dell’Associazione “Delfini del Ponente”, l’animale, trovato con evidenti difficoltà a immergersi dovute alla probabile presenza di plastica nell’intestino, veniva tratto in salvo e successivamente trasferito all’Acquario di Genova per le cure necessarie.
Vangelina, ribattezzata così come gesto di gratitudine nei confronti delle due giovani marinaie - Valentina e Angela - che si erano prodigate per le urgenti e delicate operazioni di trasferimento, era affetta da una grave forma di polmonite.

Il rilascio è avvenuto nel primo pomeriggio nelle acque antistanti il Porto di Imperia, dopo 69 giorni di cure mediche, dove è stata trasferita a bordo della motovedetta CP 715 della Guardia Costiera di Imperia.


Al momento del ritrovamento, l’esemplare pesava circa 40 Kg, lungo 70 cm e largo 50 cm. 
All’arrivo all’Acquario di Genova, lo staff medico veterinario ha svolto tutti i controlli di routine - esami del sangue, tamponi e radiografie – riscontrando una grave forma di polmonite e confermando la presenza di plastica nell’intestino che, provocando stasi, non permetteva a Vangelina di immergersi. In questo periodo di cure, l’esemplare è stato mantenuto e curato in un ambiente non visibile al pubblico.
Prima di tornare in mare, come a tutti gli esemplari di Caretta caretta, è stata applicata alla pinna una tag metallica e inserito sottocute un microchip che consentiranno, qualora l’animale venga ritrovato in altre occasioni, di acquisire dati preziosi sulla biologia e sul comportamento di questa specie (tasso di crescita, direttrici migratorie nel Mediterraneo e transoceaniche, ecc.).

Vangelina è uno tra gli esemplari di tartaruga marina che durante la stagione estiva sono rinvenuti in difficoltà e trasportati all’Acquario. Non tutte, purtroppo, sono storie a lieto fine. Diverse sono le cause del ricovero, tra le principali: interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove), a volte letali; patologie varie e traumi, sopracitati, che provocano lo spiaggiamento dell’animale (la tartaruga marina si spinge sul litorale esclusivamente per deporre le uova, ma non sono mai stati segnalati casi di riproduzione sulle spiagge della Liguria); sversamenti o presenza di petrolio. 

Anche per questa ragione, la Guardia costiera sta conducendo, su mandato del Ministero della Transizione Ecologica e in aggiunta alle ordinarie attività di tutela dell’ambiente marino, una campagna per la progressiva rimozione degli attrezzi da pesca abbandonati nel Mar Ligure – le cosiddette “reti fantasma” - che interferiscono con l’ecosistema in maniera incontrollata, perpetuando la loro attività di cattura senza distinzione di specie e rilasciando microplastiche per deterioramento.  Un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare: solo nel 2020 la Guardia costiera ha recuperato 7 tonnellate di reti dai fondali; un quantitativo equivalente a ben 240 mila bottiglie di plastica abbandonate in mare. 

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l’ospedalizzazione delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni), svolta in collaborazione con i Carabinieri servizio C.I.T.E.S.. Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, anch’esso gestito da Costa Edutainment, il riconoscimento nazionale per questa attività dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. 

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