Un’emergenza nell’emergenza. Così Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre Onlus, definisce la situazione drammatica dei bambini che erano ricoverati all’ospedale Okhmatdyt di Kyiv, l’ospedale pediatrico più grande e importante dell’Ucraina, colpito e parzialmente distrutto lo scorso 8 luglio, durante un massiccio attacco delle forze russe sulla capitale. Okhmatdyt era, e continua ad essere, punto di riferimento nel Paese per la cura di bambini con patologie gravi. Ogni anno, come ricorda Rizzi, cura 20mila piccoli pazienti in arrivo da tutto il territorio nazionale. In questo ospedale, in collaborazione con il partner locale Zaporuka, Soleterre si stava occupando da mesi dei bambini malati di cancro, dei piccoli feriti e amputati dalla guerra e della loro riabilitazione fisica e psicologica.
«Il giorno dell’attacco nell’ospedale Okhmatdyt c’erano 627 bambini», racconta Rizzi. «Noi di Soleterre ci siamo subito preoccupati di trasferire i pazienti oncologici e quelli feriti dalla guerra, in totale un centinaio di bambini. Sono stati collocati in altre strutture di Kyiv e in questo momento la necessità primaria – e per la quale stiamo raccogliendo fondi - è sostenere questi ospedali che li hanno accolti e che già prima erano in difficoltà. Una parte dei pazienti oncologici, ad esempio, si trova in una struttura che normalmente fa fatica a seguire tutte le persone ospedalizzate e se gliene arrivano altre si creano gravi problemi di spazi, stanze, posti-letto, attrezzatture, macchinari, medicinali. Circa 250 pazienti sono stati riportati ad Okhmatdyt, nella parte dell’ospedale rimasta intatta. Ma ad essere colpiti sono stati proprio i reparti dell’oncologia pediatrica e della riabilitazione, quelli di cui ci occupavamo noi». Al momento, continua Rizzi, la situazione è molto caotica: dopo poche settimane c’è indecisione su cosa fare, se abbattere tutto e ricostruire da zero, oppure riparare alcune aree della struttura. «Nel frattempo, noi continuiamo a curare i bambini. Questo è il nostro dovere».
Fondazione Soleterre lavora per garantire il diritto alla salute, assicurando cure e assistenza medica. “In Ucraina siamo presenti da vent’anni. Zaporuka è una fondazione che abbiamo creato noi di Solettere insieme a dei colleghi locali. E’ nata affinché, secondo il nostro piano di sostenibilità, il personale locale ad un certo punto sia in grado di portare avanti progetti in modo autonomo. Co Zaporuka lavoriamo da almeno quindici anni: abbiamo aperto una casa di accoglienza per pazienti di oncologia pediatrica, abbiamo progetti in tre ospedali, uno è l’Okhmadyt di Kyiv, un altro a Leopoli, sempre per l’oncologia pediatrica, il terzo a Dnipro, nell’Est, per seguire i pazienti feriti e amputati dalla guerra».
Soleterre è attiva anche in molte città del Paese per portare avanti l’assistenza emergenziale alla popolazione colpita dal conflitto, in modo particolare per prestare supporto psicologico, il settore di specializzazione della Onlus. «Nelle aree del fronte stiamo lavorando con una realtà che si chiama Frontline medics: con loro andiamo a sostenere i civili che rimangono nelle zone di guerra per vari motivi, persone con disabilità, bambini che abitano in famiglie disagiate. Il nostro intervento è focalizzato sui bambini con patologie croniche. Ma è chiaro che, in un contesto di conflitto, ti trovi ad aiutare anche gli adulti, sostieni tutti.
L'attacco sull'ospedale pediatrico, le immagini di bambini gravemente malati costretti improvvisamente a interrompere le cure, tra le braccia dei loro genitori, sono stati uno shock per il Paese. Il 12 luglio la Kyiv classic orchestra si è esibita in un concerto davanti all'ospedale, eseguendo il Requiem. «La guerra è un disastro di cui i bambini sono le prime vittime. Ed è nostro dovere proteggere l’infanzia, che significa anche salvare il futuro del Paese».
Per informazioni su Fondazione Soleterre: www.soleterre.org
(Foto Reuters: il personale dell'ospedale Okhmatdyt assiste al concerto della Kyiv classic orchestra il 12 luglio).