Giro d’affari in caduta libera per il turismo italiano in occasione delle festività pasquali. A sostenerlo è Federalberghi, che ha presentato questa mattina le previsioni della capacità di spesa di chi andrà in vacanza tra qualche giorno. E non è tutto. “Il decremento del giro d’affari prodotto dalla clientela italiana, che peraltro sceglierà in modo pressoché assoluto l’Italia per trascorrere la ricorrenza pasquale”, si legge nel comunicato, “è ancor più preoccupante se visto nella prospettiva della mancanza del ponte del 25 aprile, assorbito dalla Pasquetta e dal successivo ponte del 1° maggio che quest’anno cadrà di domenica”.
La metodologia. L’indagine è stata effettuata dall’Istituto Acs marketing solutions dal 12 al 18 aprile intervistando per telefono un campione di 3.000 italiani maggiorenni rappresentativo di oltre 50 milioni di persone.
La spesa media pro-capite, comprensiva di trasporti, cibo, alloggi e divertimento, quest’anno sarà pari a 309 euro, contro i 305 dell’anno scorso. In questo modo, calcola Federalberghi, il giro d’affari generato sarà di 3,27 miliardi di euro, contro i 4,05 miliardi del 2010, pari a un calo del 19 per cento. Nel dettaglio, chi resterà in Italia spenderà in media 287 euro a testa (rispetto ai 272 del 2010), mentre chi andrà oltreconfine spenderà 637 euro (502 euro nel 2010). La durata media della vacanza si attesterà sulle 3,5 notti, rispetto alle 3,8 notti del 2010.
Chi parte, chi resta. Saranno il 17,6 per cento, poco più di 10,6 milioni, gli italiani in vacanza che dormiranno almeno una notte fuori casa per Pasqua, contro il 22 per cento del 2010. Di questi, oltre il 90 per cento resterà in Italia (l’85 per cento nel 2010), mentre l’8 per cento andrà all’estero (il 14 per cento nel 2010).
Le mete. Per chi resterà in Italia sarà il mare la scelta privilegiata (37,6 per cento delle preferenze), seguita dalla montagna (il 29 per cento). In calo le località d’arte, che toccheranno il 14,7 per cento (rispetto al 18,9 per cento del 2010), mentre il 3,9 per cento andrà in località lacuali e l’1,5 per cento in località termali e del benessere. Per chi invece andrà all’estero, le destinazioni privilegiate sono le capitali europee (50,4 per cento), seguite dalle località di mare (22,7 per cento).
L’alloggio. L’albergo resta in cima alla classifica delle preferenze, con il 33 per cento, seguito dalla casa di parenti o amici (21,6 per cento) e dalla casa di proprietà (18,8 per cento). Un leggero calo si registrerà per gli agriturismo, con il 5,6 per cento delle preferenze, contro il 5,9 per cento del 2010.
L’analisi. Secondo Federalberghi, il crollo “deriva da un’eccessiva preoccupazione che pervade i nostri connazionali, determinata dalla crisi economica mondiale che sta in queste ore rialzando il livello di guardia con il rischio declassamento del debito Usa”. Dall’indagine, infatti, risulta che il 41,5 per cento di chi dichiara che non farà vacanze a Pasqua (pari ad oltre 20 milioni di connazionali) motiva questa scelta con problemi di tipo economico.