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sabato 05 ottobre 2024
 
L'agenda del nuovo Governo
 

Sondaggio: bene Matteo ma chissà se durerà...

05/03/2014  Dopo il cambio di stile di passo, è venuto il momento di scoprire le carte. Cominciando dalla riforma del lavoro e dalle tasse. Ma sulla famiglia...

L’arrivo di Matteo Renzi in Parlamento in qualità di neopremier, anzi di “sindaco d’Italia”, come ama definirsi, è stato simile a quello di Mary Poppins nella famiglia Banks del celeberrimo film. Mani in tasca, discorsi a braccio, battute spiazzanti a raffica che non risparmiavano nemmeno senatori e deputati, scranno del Governo trasformato nella scrivania disordinata di uno studente universitario: personal computer, fogli sparsi ovunque, libri in bella mostra come biglietti da visita (L’arte di correre, di Haruki Murakami), pennarelli, evidenziatori, iPhone e caricabatterie.

Ma al di là dell’immagine di un nuovo e salutare dinamismo, cosa bolle in pentola? Dopo aver presentato una squadra di Governo giovane e formata per metà da donne, l’ex sindaco di Firenze ha messo in campo un esercito di viceministri e sottosegretari mediando con i partiti della maggioranza che lo sorregge in pieno stile Prima Repubblica.
Non senza inciampi, a cominciare dalla presenza di Antonio Gentile, senatore cosentino oggi alfaniano, ieri berlusconiano (sua la proposta di Nobel per la pace al Cavaliere), accusato di aver fatto pressioni sullo stampatore dell’Ora della Calabria per impedire la pubblicazione delle notizie sul figlio indagato.

Lavoro e fisco

  

La luna di miele del Governo Renzi con il Paese, dopo tante promesse («una riforma al mese») rischia di finire presto, in mancanza della prova dei fatti.
Il premier fiorentino è il primo a dirlo («so di aver suscitato molte aspettative e questa è una grandissima responsabilità »). E così, dopo aver annunciato il pagamento di 60 miliardi di arretrati della pubblica amministrazione alle imprese e il taglio di 10 punti del cuneo fiscale (con quali soldi?), sta mettendo a punto la riforma delle tasse e il “Jobs Act”, il Piano per il lavoro. Vorrebbe presentarlo in Consiglio dei ministri il 14 marzo, prima di incontrare a Berlino Angela Merkel.
Prevede un contratto unico per tutti e un sussidio di disoccupazione universale. Di più non si sa. Ma ormai manca poco per vedere le carte.

 
 
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