Nella sua breve vita, pur segnata
dal dolore e stroncata
dalla follia nazista, Etty
Hillesum ha saputo esplorare
così in profondità sé
stessa e la forza dell’amore
che ha conquistato un
numero infinito di ammiratori
e seguaci. Lucrezia Lerro, scrittrice
e poetessa di grande sensibilità,
è fra questi, come testimonia il libro
Il contagio dell’amore. Etty Hillesum e Julius Spier allegato al numero di Famiglia Cristiana in scita domani, nella
collana “Vite esagerate”.
Certi incontri sono fatali: lo fu
quello di Etty con Spier, ma anche quello
di Lucrezia Lerro con la ragazza ebrea.
«Negli anni universitari il suo Diario e
le Lettere sono stati libri di testo per un
esame. Anni inquieti, nei quali quei libri
mi sono stati di conforto», racconta.
«Attraverso Etty ho scoperto l’amore
universale, che va oltre il singolo».
Non essendo Il contagio dell’amore una
biografia, è interessante capire come ha
lavorato l’autrice. «Dopo aver letto i suoi
scritti e gli studi su di lei, ho fatto delle
prime stesure, con al centro una studentessa
universitaria che trova sostegno
nelle parole di Etty. Poi ho cambiato
registro, ho estrapolato i personaggi che
lei ha realmente incontrato, mettendo
in primo piano Julius Spier, uno
psicochirologo che lei frequentò ad
Amsterdam e che dalle linee delle mani
tentava di capire la complessità della
persona. Etty si infatuò di lui, e attraverso
di lui scoprì l’amore universale».
Da qui la scrittrice si è mossa in
maniera autonoma, andando anche ad
Amsterdam, visitando la casa di Etty, lo
studio di Spier. La persecuzione nazista,
che in quegli anni era sempre più feroce,
fa da sfondo al racconto. «Eppure in Etty
Hillesum il dolore non si esprime mai
come autocommiserazione, ma si
traduce in slancio verso il prossimo, fino alla scelta finale di andare come volontaria
nel campo di Westerbork. Sì, mi
sono innamorata di lei, l’ho tenuta con
me a lungo, è stato un incontro magico».
Proprio per questo legame con il
“suo” personaggio, Lucrezia Lerro ha avvertito
la responsabilità di raccontarlo
aprendosi all’invenzione letteraria, ma
senza tradirlo. «All’inizio non è stato
semplice trattare una materia così incandescente,
poi, piano piano, ho tracciato
i personaggi». Il contagio dell’amore
farà percepire ai lettori quella tensione
– che attraversa anche i testi originali
– fra la passione amorosa ed erotica
e un amore purissimo e spirituale
che si sprigionava nella relazione fra la
Hillesum e Spier. «Certamente questo
incontro ha dato a Etty la possibilità di
pervenire alla propria “individuazione”,
cioè alla scoperta della propria identità
più profonda. E lì ha maturato la scelta
di aprirsi agli altri senza limiti, di mettere
in gioco l’energia verso la vita, l’amore
per tutto e per tutti».
Spier morirà il giorno prima di essere
deportato, lasciando Etty sola ad
affrontare una delle più immani tragedie
della storia. A quel punto, però,
la piccola-grande donna era stata “contagiata”
dalla sua eredità ed era in grado
di donare i frutti del loro rapporto.