Gentilissimo direttore, sono una lettrice di lunga data e oggi, a pochi giorni da Pasqua, le scrivo per chiederle una parola di conforto. So che il periodo pasquale è un momento di festa per la comunità cristiana, ma in questi giorni il mio cuore è oppresso dalla tristezza e per quanto mi sforzi di confidare nella luce della Misericordia del Padre, non riesco a scorgere quella luce né a trovare consolazione dal dolore che provo.
Due anni e mezzo fa moriva all’improvviso la mia adorata mamma, l’unica persona che mi era rimasta dopo che a sette anni ho visto morire il mio papà e a diciotto la mia nonna; da allora ho vissuto due anni e mezzo d’inferno. Sono disoccupata, non trovo lavoro nonostante una laurea in Lingue e curricula inviati ovunque; non ho soldi nemmeno per comprare da mangiare o per pagare le bollette; eppure chi mi vede per strada non lo immagina, perché sono di costituzione robusta e sovrappeso a causa di disturbi alla tiroide. Invece non ho nemmeno i soldi per una bottiglia d’acqua minerale, o due etti di pane.
Quest’anno nemmeno la Caritas ha potuto aiutarmi perché ci sono troppe persone che chiedono assistenza e non sono riusciti a organizzare un pacco alimentare di Pasqua per tutti. Presto sarò anche senza casa, infatti il mio condominio ha fatto dei lavori straordinari alla facciata e mi hanno chiesto 15.000 euro, e non potendoli io pagare ho ricevuto l’ingiunzione dal tribunale e nei prossimi mesi si provvederà al pignoramento...
Cerco di trovare conforto nella fede e nella speranza dell’intervento divino, ma intanto i giorni passano, non ho niente da mangiare e presto non avrò nemmeno un tetto sopra la testa. Eppure non mi arrendo, continuo a mandare curricula, a presentarmi a colloqui, a sperare che la mia vita possa inaspettatamente risorgere dalle ceneri... E ogni volta mi ritrovo punto e a capo; gli ultimi tre colloqui di lavoro si sono risolti in clamorose truffe, ma sono solo i truffatori che rispondono in questo periodo, per il resto del mondo semplicemente “non esisto” o forse non sono degna di sopravvivere... E allora mi chiedo perché il Signore mi lascia in vita, se devo solo sopportare un’infinita serie di sofferenze e umiliazioni?
Eppure non credo di aver mai fatto nulla di tanto grave da meritare tutto questo; sono stata allevata nei dettami della religione cattolica, ho sempre cercato di aiutare il prossimo con tutte le mie forze, ho confidato nel disegno di cui facciamo parte... Ora però non credo più di riuscirci, certe volte sento vacillare anche la fede incrollabile che mi ha portato fin qui e vorrei solo piangere, scomparire dal mondo che, tanto, non ha posto per me, dove evidentemente sono di troppo. Ma allora, che cosa ci faccio ancora qui? Perché Dio non ha ritenuto opportuno chiamarmi a sé?
Ho 31 anni e tutto quello a cui riesco a pensare giorno dopo giorno è che sarebbe meglio essere morta, perché in questa vita non sto provando nient’altro che amarezze, delusioni, dolore e solitudine. Non capisco, non riesco a trovare nessuno scopo alla mia esistenza, e non ho più la forza di tirare avanti, non ce la faccio più. Ogni notte prego fino ad addormentarmi, imploro l’aiuto di Gesù e della Madonna, ma ho la sensazione che mi abbiano abbandonata anche loro.
Le chiedo, se non è troppo disturbo, di unire la sua preghiera alla mia, perché non so più cos’altro fare, a chi rivolgermi, con chi sfogarmi...
CRISTINA - GENOVA
Cara Cristina, la tua lettera mi ha molto colpito. Oggi, il giorno in cui sto scrivendo, è il Venerdì Santo, memoria della Passione e della morte di Gesù, e mi pare che tu stessa ti senta un po’ come lui, sola e abbandonata, stanca e scoraggiata. Perciò oggi, nella mia preghiera e in particolare nella celebrazione della Passione di questa sera, ti ricorderò al Signore, unendo la mia preghiera alla tua, come tu stessa mi chiedi. Ogni giorno, peraltro, ricordo nella Messa tutti i lettori e le lettrici delle riviste che dirigo. Per te metterò anche nei prossimi giorni un’intenzione particolare.
Tu non smettere mai, comunque, di confidare in Gesù, di pregarlo, di affidarti a lui anche per mezzo dell’intercessione di Maria sua madre. Chiedendogli soprattutto di darti forza, coraggio, di superare la rassegnazione e la tentazione della disperazione. La tua esistenza non è senza scopo, tu sei preziosa agli occhi del Signore. Perché allora ti sta succedendo tutto questo? Allontana il sospetto che sia la punizione per qualcosa che avresti commesso. Dio non agisce in questo modo. Vuole bene a ciascuno di noi, anzi ha fiducia in noi, sa che con la sua grazia possiamo farcela, possiamo trovare sempre la via del bene. Vale anche per te, non sottovalutare le tue qualità, non pentirti dell’aiuto che hai dato agli altri, dei sorrisi o delle buone parole che hai saputo donare. Abbi fiducia in te stessa, nonostante tutto, perché Dio ha fiducia in te. Anche se magari, temporaneamente, dovrai accontentarti di lavori saltuari, che non corrispondono alle tue aspettative o alla tua preparazione.
Confidare nel Signore, pregarlo, non significa però attendere che l’aiuto scenda dal cielo, come una sorta di miracolo. La fede in lui rende più sereni, aperti, disponibili, ci permette di avere gli occhi puliti non solo per vedere la grazia di Dio all’opera, ma anche le possibilità che noi stessi abbiamo. La fede non è rimanere seduti in attesa di qualcosa. La fede ci mette in cammino. Anche quando la tristezza o la disperazione ci spingono a fermarci, ad arrenderci. La fede ci dice che, nonostante tutto, c’è ancora una possibilità che tutto può ancora cominciare, che il bello deve ancora venire.
Cara Cristina, hai solo 31 anni e tutta la vita davanti per amare e per dare il meglio di te. Non lasciare che il dolore, le incomprensioni, le difficoltà l’abbiano vinta. Tu puoi farcela.
Colgo l’occasione della tua lettera per sottolineare il dramma che vivono molti giovani come te, quello della mancanza di lavoro. Le offerte magari arrivano solo da truffatori o semplicemente da sfruttatori. È un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti coloro che hanno una responsabilità politica o amministrativa. Auspico che il nuovo Governo dia risposte significative ai tanti giovani che soffrono per questo, specialmente quando il sostegno delle loro famiglie non c’è più o non basta più.