Da un po’ di tempo alcuni genitori mi chiedono con più frequenza di prima come comportarsi quando i figli sono tristi. Di solito tendiamo a considerare negative alcune emozioni più problematiche, tra cui anche la tristezza, ma di per sé esse ci possono dare informazioni utili che ci fanno crescere e che ci aiutano a prendere decisioni nella nostra vita. La tristezza, per esempio, segnala il nostro bisogno di attaccamento, cioè attiva quella parte di noi che presiede alla nostra capacità di vivere le relazioni con gli altri. In particolare, quando siamo tristi trasmettiamo, per lo più implicitamente, una nostra richiesta di aiuto, esprimiamo il nostro bisogno che qualcuno si prenda cura di noi, stiamo comunicando una domanda di vicinanza.
La tristezza, nella crescita della persona umana, svolge un ruolo positivo anche per il fatto che ci spinge a raccoglierci, magari a isolarci, ci spinge a fermarci e a capire cosa sta avvenendo in noi. La tristezza rivela un disagio e ci allerta su qualcosa che non ci aiuta a sentirci bene. In questo senso, la tristezza è anche una domanda di cambiamento: se siamo tristi, vuol dire che qualcosa non ci rende felici. Anche se lo riconosciamo, non sempre abbiamo la forza, da soli, di lavorare per realizzare questo cambiamento. Occorre a volte farsi aiutare, perché il permanere a lungo in questa condizione può generare un disagio più pervasivo da cui poi diventa più difficile risalire. Al di là delle situazioni che viviamo, di solito la tristezza è causata dai pensieri che elaboriamo rispetto a quelle situazioni. Anzi, a volte nasce da pensieri che ci costruiamo noi senza una vera e propria situazione concreta.
Un modo quindi per affrontare la tristezza è quella di individuare il pensiero che l’ha generata, guardarlo, riconoscerlo, evitando però di rimuginarci sopra! Purtroppo, non sempre siamo disposti a riconoscere che siamo tristi, spesso mascheriamo questa emozione o cerchiamo di distrarci per non vederla. La nostra cultura, infatti, ci induce a nascondere questa emozione, perché quando siamo tristi abbiamo la sensazione di farci vedere deboli e soprattutto di risultare pesanti. In questo modo siamo portati a non manifestare la nostra tristezza per paura di essere lasciati soli, che è esattamente il contrario di quello che la tristezza ci sta dicendo. Se ci accorgiamo allora che una persona è triste, la prima cosa da fare è mostrare vicinanza: «Ci sono e sono accanto a te!».