Cara prof, è appena iniziato l’anno scolastico con il primo collegio docenti e, nonostante i tanti anni di insegnamento, ogni volta aumenta l’ansia.
Se possibile, questo senso di non farcela ad affrontare un nuovo anno aumenta con l’età e, strano a dirsi, con l’esperienza.
Mi chiedo se non sia anche legato al non sapere mai di preciso cosa accadrà, che novità e criticità ci troveremo ad affrontare, soprattutto sul piano normativo, e alla sensazione di essere sempre un po’ lasciati soli davanti a queste novità.
CLAUDIA
La risposta di Paola Spotorno insegnante
– Cara Claudia, in un’estate in cui tanto s’è parlato delle ansie degli studenti, è giusto che si sappia che anche noi docenti non ne siamo esenti. La scuola, nonostante l’immaginario collettivo pensi che si fermi per due mesi, chiude i battenti per gli studenti, ma prepara il terreno per l’anno successivo. Quest’estate, per parlare di novità, molti docenti si sono formati per poter affrontare il ruolo di tutor od orientatore nelle loro classi.
Ora dalla teoria si passerà alla pratica e allora è chiaro che ci sia tensione. Ma anche per gli altri l’anno nuovo prevede già novità e nuove regole da seguire. Mi riferisco in particolare alla riforma sul voto in condotta reintrodotto dal ministro Valditara nella scuola secondaria di primo grado dove farà media con gli altri voti e alle superiori dove con un sei si avrà il debito da recuperare a settembre.
Questo perché l’emergenza educativa, evidenziata dai gravi episodi di violenza estivi messi in atto da giovanissimi, investe il nostro lavoro. La scuola, però, per diventare una comunità educante capace di affrontare questa sfi da non potrà solo puntare sul voto di condotta. È arrivato il momento di creare una rete di esperti, pedagogisti, educatori che affi anchi il docente nel percorso di formazione dei ragazzi.
Chissà se così la nostra ansia, condivisa, potrà diventare più sostenibile e ci farà sentire meno sole.