L’astinenza dalle carni è una pratica
penitenziale presente nella Chiesa
fin dalle origini, ma che si è consolidata
man mano, soprattutto in epoca
medievale.
La carne era allora un alimento
costoso, mentre il pesce era un
cibo povero. Oggi le cose sono un po’
cambiate e per questo la Chiesa ha aggiornato
le sue disposizioni: nel 1966
con la costituzione apostolica Paenitemini
di Paolo VI e, per l’Italia, nel 1994
con la nota pastorale della Cei Il senso
cristiano del digiuno e dell’astinenza.
Per rispondere alla seconda parte
della tua domanda è necessario comprendere
il significato cristiano della penitenza,
che riguarda l’astinenza, il digiuno
e le altre forme di ascesi. Mi viene
in mente quel che rispose Gesù quando
gli fu chiesto perché i suoi discepoli
non digiunassero: «Possono forse digiunare
gli invitati a nozze, quando lo sposo
è con loro? [...] Ma verranno giorni
quando lo sposo sarà loro tolto: allora,
in quel giorno, digiuneranno» (Marco
2,19-20). Lo sposo, Gesù, sarà tolto nei
giorni della sua passione e morte. Ecco
perché la penitenza cristiana, nella sua
essenza, è partecipazione alla passione
e morte del Signore e ci unisce a lui profondamente.
Ma Gesù è sempre presente,
anche oggi, soprattutto nei poveri, nei
sofferenti, nei crocifissi di ogni epoca.
Per solidarietà con loro e a loro beneficio
dobbiamo digiunare o astenerci da
cibi e altre cose costose e raffinate. L’ascesi
cristiana, dunque, ci unisce di più
a Cristo e ci fa amare più profondamente
i fratelli. Ha pure un valore in sé, perché
il nostro corpo, come il nostro spirito,
ha bisogno di direzione, esercizio,
allenamento. Non per niente il digiuno
e l’astinenza sono molto diffusi anche
in ambito laico, per motivi sportivi o di
salute. In ambito cristiano, le diverse forme di rinuncia sono un aiuto per vincere
le tentazioni e il peccato e crescere
nella libertà e nell’amore.
La penitenza
cristiana unisce all’astensione dal cibo o
alle diverse rinunce, la preghiera a Dio
Padre e l’amore verso tutti, specialmente
chi è nel bisogno. C’è una bella frase di
san Pietro Crisologo che sintetizza tutto
questo: «Queste tre cose, preghiera, digiuno,
misericordia, sono una cosa sola,
e ricevono vita l’una dall’altra».
La penitenza cristiana, inoltre, ha
una dimensione comunitaria.Per questo
la Chiesa ha scelto alcuni giorni particolari.
Riguardo all’astinenza, ecco le
disposizioni dei vescovi italiani: questa
regola proibisce l’uso delle carni, come
pure dei cibi e delle bevande che, a un
prudente giudizio, sono particolarmente
ricercati e costosi; va osservata il mercoledì
delle ceneri (e il primo venerdì di
Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì
santo; è consigliata il Sabato santo
sino alla veglia pasquale; va osservata
nei venerdì di Quaresima, a meno che
coincidano con una solennità (come il
19 e il 25 marzo).
L’astinenza va fatta anche
negli altri venerdì dell’anno, tranne
che nelle solennità, ma si può sostituire
con qualche altra opera di penitenza, di
preghiera, di carità. Vi sono tenuti coloro
che hanno compiuto il 14° anno di età. Si
può essere esentati per motivi di salute.