Per tutta la vita, per il Regno dei Cieli. Chissà quali emozioni si provano a pronunciare queste parole, a sigillare per l'eterno una promessa. Solo lo sguardo dolce e profondo di Antonietta può fornire una risposta. Trentasei anni, un lavoro nel campo della grafica, Antonietta Palummo giovane donna di Lettere in provincia di Napoli, martedì 7 dicembre viene consacrata nell'Ordo Virginum nella cattedrale di Sorrento da monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellamare di Stabia. È emozionata e quando le chiedono di mettersi in posa per scattare una foto ricordo lei si tira indietro quasi nascondendosi.
Un po’ come quel sentimento che per anni si era annidato dentro di lei. “Se scavassi più a fondo direi che ho iniziato a pensare alla mia vita quando avevo 15 forse 17 anni” spiega Antonietta “ma l’idea mi spaventava e continuavo a vivere pur riempendo di cose belle la mia vita. Solo che continuavo a provare una infelicità assurda - spiega Antonietta - Sul mio cammino ho incontrato un padre spirituale, il suo intervento tirò fuori da me stessa le domande giuste. Sono stata onesta e chiara con me e capii che l’ansia era di ottenere qualcosa che in realtà già c’era ed era l’amore del Signore”. Antonietta racconta dei viaggi a Orvieto, dei colloqui con una clarissa, suor Miriam, e di come lei sapesse leggere nel suo cuore.
Poi l'esperienza del Covid. “Il Covid mi ha fatto sperimentare lo straordinario amore che chiama amore. Ero malata, contagiata, avevo difficoltà ed ero in insufficienza respiratoria perché in quelle settimane in cui ero a casa c'era carenza di ossigeno, boccheggiavo”. Una sera mentre era sul balcone di casa cercando di “mangiare quanto più ossigeno” come racconta lei stessa, Antonietta si rende conto della grande catena di amore e solidarietà. I parroci don Alessandro Colasanto e don Michele Inserra organizzano una staffetta per recuperare bombole di ossigeno. Antonietta ha la saturazione molto bassa e solo grazie all'impegno della comunità parrocchiale riesce a recuperare. “Il Covid ci deve insegnare che l'amore fa rete. Che quanto seminiamo torna. Io ero nella mia stanza, immobile eppure è stato come se avessi avuto intorno a me una famiglia. L'amore non mi è mancato mai. Più di tutto è stato l'ossigeno, quello dell'animo, della mia comunità”.
E così durante l'esperienza del Covid, Antonietta decide di mettere a frutto il proprio lavoro di grafica e inizia ad evangelizzare. Lo fa con disegni, fumetti e storie attraverso i suoi canali social. Lo fa mossa dallo spirito di amore e solidarietà, fratellanza e comunità. “Donare la mia vita alla propria chiesa è il sentimento più bello che possa provare” spiega Antonietta. “In Italia siamo circa 750 consacrate e nei convegni nazionali stringiamo delle amicizie e da ogni parte dell’Italia c’è stata una catena di preghiera arrivata fino a casa fino al mio letto dove cercavo di guarire anche per loro”. A chi le chiede come cambierà la sua vita Antonietta risponde “La mia vita cambierà come il Signore vuole che la indirizzi. La creatività di Dio va ben oltre quello che posso programmare o sognare per me. Eccomi lo dico a occhi chiusi mettendo la mia vita nelle mani di chi me l’ha donata e saprà farne buon uso attraverso la mia disponibilità”. Antonietta vuole lasciarsi sorprendere dalla creatività di Dio ed in sei anni di preparazione le emozioni resteranno un mistero sconosciuto, l’unica cosa certa quando indosserà la fede che la unirà a Gesù, donata da mamma e papà, è che adesso potrà sorridere d’amore. Per tutta la vita, per il Regno dei Cieli.