Negli stessi giorni in cui si leggono le parole durissime del Cardinale O’Malley e in cui il papa accetta le dimissioni del cardinale McCarrick, anche la Chiesa italiana è turbata dalla notizia dell’arresto di don Paolo Glaentzer, fermato in flagranza di reato con l’accusa di abusi su una bambina di 10 anni, circostanza pluriaggravata dalla giovane età della vittima (età inferiore ai 14-16 anni) e dal ruolo del sacerdote (in una recente sentenza della Cassazione n. 1949/2017 si legge a proposito: «Nei reati sessuali, è configurabile l’aggravante dell’abuso dei poteri o della violazione dei doveri inerenti alla qualità di ministro di culto, non solo quando il reato sia commesso nella sfera tipica e ristretta delle funzioni e dei servizi propri del ministero sacerdotale, ma anche quando la qualità sacerdotale abbia facilitato il reato stesso, essendo il ministero sacerdotale non limitato alle funzioni strettamente connesse alla realtà parrocchiale, ma comprensivo di tutti quei compiti riconducibili al mandato evangelico costitutivo dell’ordine sacerdotale»).
L'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori (Ansa).
Il sacerdote fermato rispondendo prima al Pm e poi al Gip avrebbe ammesso le proprie responsabilità nel caso contestato e anche in altre circostanze in passato sempre con la stessa bambina. Anche per questo il Gip ha disposto la custodia cautelare ai domiciliari e non in carcere, come chiedeva il Pubblico Ministero. Probabile che nella decisione abbiano inciso la confessione che ha fatto cessare il rischio dell’inquinamento delle prove, l’età del sacerdote, 70 anni, e il fatto che la casa in cui è stata disposta la custodia si trova lontano da Calenzano dove vive la vittima. Don Glaentzer, “che è ospite e non fa parte del clero fiorentino”, è stato immediatamente sospeso "cautelativamente dall'esercizio del ministero pastorale" dall'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. “Appresa la notizia dei gravissimi fatti contestati a don Paolo Glaentzer, che svolge la funzione di amministratore parrocchiale nella parrocchia di San Rufignano a Sommaia (Calenzano)”, si legge nella nota dell’Arcidiocesi di Firenze, “ l'Arcivescovo, cardinale Giuseppe Betori, innanzi tutto, afferma la piena fiducia nell'operato degli inquirenti e della magistratura” ed esprime con i sacerdoti colpiti e addolorati “sentita vicinanza alla bambina e alla sua famiglia”.
Quindi spiega: “Alla diocesi di Firenze non erano mai arrivate informazioni o segnali che potessero lasciare intuire condotte deplorevoli né tanto meno comportamenti penalmente rilevanti; altrimenti la diocesi avrebbe immediatamente agito. I fatti, così come contestati, già di per sé gravissimi, qualora fossero confermati dalle indagini per le quali ci si affida agli inquirenti, sono resi ancora più intollerabili e sconvolgenti in quanto attribuiti ad un sacerdote e sono causa di profondo dolore per le vittime e ferita aperta per l'intera comunità. Nel deprecare ripugnanti comportamenti, la diocesi ribadisce il dovere della ricerca della verità, l'attenzione e la cura per le vittime, l'impegno ad evitare ogni possibilità di reiterazione dei reati, la salvaguardia delle comunità, la fiducia nel clero, la certezza che il Signore non abbandona la sua Chiesa”.
A complicare, se possibile, la posizione, già difficilissima, del sacerdote arrestato si sono aggiunte incaute dichiarazioni rilasciate al Corriere Fiorentino, dalle quali parrebbe molto lontana la neccessaria presa di coscienza della gravità dei fatti che gli sono attribuiti.