Le Acli e la Caritas propongono un patto contro la povertà. Un patto più che mai urgente perché, come denuncia Don Francesco Soddu, direttore nazionale della Caritas italiana, “siamo ormai in allerme rosso e non si può attendere neanche un minuto”.
Il patto dovrebbe portare alla creazione di un Reddito di Inclusione Sociale (Reis), da collocare in un piano nazionale contro la povertà.
Secondo la proposta elaborata da un gruppo di lavoro guidato dal professor Cristiano Gori, dell'Univeristà Cattolica di Milano, il Reis è destinato a tutte le famiglie che vivono in povertà assoluta in Italia (nel 2012 il 6,8 per cento dei nuclei familiari italiani) e ai cittadini di tutte le nazionalità residenti da almeno 12 mesi in Italia e in possesso di un permesso di soggiorno.
Ogni famiglia riceverebbe ogni mese una somma pari alla differenza fra il proprio reddito e la soglia Istat della povertà assoluta. Introdotto gradualmente, il Reis, una volta a regime, avrebbe un costo di 6.062 milioni di euro. “Si tratta di un cammino aperto e il nostro Patto è aperto a tutti coloro interessati ad aderire a un impegno contro la povertà”, dice Gianni Bottalico, preidente nazionale delle Acli.
L'invito è stato subito raccolto da Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl), Pietro Barbieri (Forum del Terzo Settore). Anche Enrico Giovannini, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, definisce la proposta di Acli e Caritas “un modo serio di affrontare le cose nei tempi giusti”. Giovannini ha promesso il suo impegno “a portare avanti questi temi” con l'auspicio di far recepire “gli ideali e la concretezza” della proposta Acli-Caritas nella prossima legge di stabilità.