«Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze». È il testo del giuramento con cui si aprono i XXX Giochi Nazionali invernali Special Olympics che dal 15 al 18 gennaio a Bardonecchia e in Valsusa, vedono impegnati circa 500 atleti in quattro specialità invernali: corsa con le racchette da neve, sci nordico, sci alpino e snowboard. Un programma che si presenta come banco di prova e buon auspicio per la località piemontese che aspira ospitare i Mondiali invernali Special Olympics del 2025.
Il movimento Special Olimpycs riunisce a livello internazionale circa cinque milioni di atleti con disabilità intellettive di 170 Paesi. In Italia ne fanno parte oltre 16.300 atleti di tutte le età e specialità. A presentare a Torino l’edizione odierna dei Giochi Invernali, assieme alle figure istituzionali, è stato Andrea Ferraro, atleta special 18enne, biellese, che pratica sci alpino, nuoto e atletica. La sua testimonianza ha reso meglio di qualunque altra il valore profondo dell’attività di Special Olympics che mira al benessere dei suoi atleti e va molto oltre l’esperienza di partecipare a gare sportive dando il meglio di sé e ovviamente provando a vincerle: «Ricordo la prima volta che partecipai ai Giochi Nazionali di Special Olympics», ha raccontato Andrea, «era proprio in occasione di un invernale, a La Thuile: avevo 13 anni. Sono stato via di casa per una settimana; la prima volta da solo con un gruppo di amici, senza la mia famiglia. Lo sci alpino ed il nuoto sono la mia grande passione. Mi hanno donato sensazioni uniche. Lo sport mi ha aiutato a crescere ad avere coraggio ma più di ogni cosa mi ha fatto sentire l'affetto e la fiducia di tante persone. Sentirmi apprezzato anche da chi prima vedeva in me solo la disabilità è qualcosa di indescrivibile, il riconoscimento più grande. Quando nel luglio 2017 nella mia città, a Biella, ho gareggiato nel nuoto sentivo i miei compagni di classe e gli amici della parrocchia sugli spalti fare il tifo per me. Tra questi c'era anche Jacopo che, fino a quel momento, non era mai stato carino con me. Durante la mia gara Jacopo ha fatto un tifo scatenato ed è stato il primo a venirmi ad abbracciare. Si è congratulato e adesso il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato, mi sorride, mi considera... sono un suo amico. Sono molto felice di questo. Grazie a tutti, venite a vederci, ci divertiremo tantissimo».
Si comincia il 15 con la cerimonia d’apertura a Bardonecchia alle 15.30 a Piazza Valle Stretta- Palazzo delle con l’accensione della fiaccola, giunta a destinazione al termine della cosiddetta torch run (nella foto la partenza): la corsa a staffetta della fiamma olimpica che, scortata da atleti Special Olympics e rappresentanti delle forze dell’ordine, partendo da Torino ha attraversato 18 comuni del Piemonte «per mettere in luce la forza dello sport nella costruzione di comunità inclusive», per unire il territorio nel significato profondo dei Giochi: «Un valore fondamentale, quello della coesione, del sentirsi parte integrante di un mondo aperto ed accogliente, in grado di coinvolgere istituzioni, scuole, famiglie e tutti gli abitanti del Piemonte. Seguono», spiegano gli organizzatori, «quattro giorni gara per vincere, prima di tutto sui propri limiti, ma anche per lanciare un messaggio di inclusione attraverso lo sport unificato che, in particolare nello sci nordico e nelle racchette da neve, vedrà scendere in pista atleti partner senza disabilità».
Ma Bardonecchia è solo l’inizio, la nutrita delegazione italiana punta infatti a dare il meglio anche all’evento internazionale più importante dell’anno: i Giochi Mondiali Estivi, ad Abu Dhabi dal 14 al 21 marzo.