Speranza Scappucci, romana, dopo il diploma al Conservatorio ha studiato a New York
Speranza Scappucci è la prima direttrice d'orchestra italiana chiamata a dirigere l'Opera di Vienna. Il 3 novembre salirà sul prestigioso podio per dirigere la Cenerentola di Rossini.
Ecco l'intervista che le abbiamo fatto ad agosto in occasione del Rossini Opera Festival.
Sono
giorni in cui Speranza Scappucci alterna lunghe sessioni di
prove in teatro con ristoratrici pedalate sul lungomare di Pesaro.
Per la direttrice d'orchestra romana si avvicina il debutto sul podio
del Rossini Opera Festival, previsto il 9 agosto al Teatro Rossini.
In programma “Il Turco in Italia”, con un cast in
cui spiccano Erwin Schrott, Olga Peretyatko e Nicola Alaimo. La regia
di Davide Livermore e i costumi di Gianluca Falaschi promettono un
Rossini di ambientazione felliniana.
“Sono
felicissima e onorata di essere stata invitata qui, in quello che
forse è il festival musicale più importante che si svolge in
Italia. Per me dirigere Rossini a Pesaro è una tappa
importantissima, simbolica”, dice Speranza Scappucci.
Speranza,
qual è il suo rapporto con “Il Turco in Italia”?
“E'
un titolo che io amo molto, anche perché l'ho diretto nel 2014 al
mio debutto sul podio alla Julliard School di New York, la scuola
dove ho studiato. Si tratta di un'opera stupenda, molto rivalutata in
questi ultimi anni, che dal punto di vista musicale io considero allo
stesso livello del “Barbiere di Siviglia” e “Cenerentola”. Ci
sono delle pagine bellissime, alcune struggenti, altri molto
brillanti, alcune molto mozartiane. Il duetto del primo atto tra
Fiorilla e Don Geronio è un capolavoro assoluto. Loro litigano e
cercano di fare pace, accompagnati da una musica sublime. Sembra
davvero di sentire un'aria di Bellini”.
Come
sarà la sua direzione?
“Come
tutto il Rossini che ho fatto finora , cercherò molto la trasparenza
e la leggerezza del suono. Inoltre, durante i recitativi, suonerò io
stessa il forte-piano per dare unità a tutta la visione musicale
dell'opera”.
Come
procede il lavoro con il regista Livermore?
“Bene,
ho la fortuna di lavorare con un cast strepitoso di grandi artisti,
alcuni dei quali sono esperti rossiniani ed è bellissimo poter fare
Rossini insieme a loro. Con Davide abbiamo lavorato moltissimo, è
un regista molto coerente con la sua idea e anche molto convincente,
davvero un vulcano di idee. Io sono stata presente fin dal primo
giorno a tutte le prove di regia, la nostra è una vera
collaborazione e sono certa che ne uscirà uno spettacolo
bellissimo”.
Come
sta vivendo questo momento della sua carriera?
“Dopo
l'esordio quattro anni fa, arrivato dopo una lunga carriera di
maestro collaboratore, ci sono stati debutti importanti e ce ne
saranno altri nei prossimi mesi. Quindi mi sento in ascesa, ma al
tempo stesso avverto anche più pressione e il desiderio di mostrare
le mie capacità. Però sempre con grande umiltà rispetto ai luoghi
e alle orchestre che incontro”.
Dopo
Pesaro quali saranno gli altri debutti importanti dei prossimi mesi?
" A
novembre dirigerò alla Staatsoper di Vienna tre recite della
“Cenerentola” e “La Traviata”, opera che ho già diretto allo
Sferisterio di Macerata. A gennaio del 2017 dirigerò il “Così fan
tutte” all'Opera di Roma e vivrò una emozione incredibile per il
debutto sul podio nella mia città, nel teatro dove ho lavorato come
pianista e in cui, da bambina, vidi la mia prima opera, la
“Sonnanbula”.
Questa
sua bella carriera l'ha fatta diventare un punto di riferimento per
altre donne che vogliono dirigere orchestre?
“Sì,
sono stata contattata da alcune giovani aspiranti direttrici di
orchestra in cerca di consigli e questo credo che sia molto bello. In
realtà, al debutto non volevo che la gente si concentrasse solo sul
fatto che io sono una donna. Infatti come musicista vuoi essere
giudicato soltanto per quello che tu fai. Poi però mi sono resa
conto che è una cosa molto bella poter essere di modello per altre
ragazze”.
Si
è fatta chiarezza sul termine più corretto per definirla? Direttore
o direttrice?
“Per
me non fa davvero differenza. Mi piacciono sia direttrice che
direttore. L'importante è che non mi chiamino direttora, perché la
trovo una parola proprio brutta”.
“Il
Turco in Italia” debutta al ROF (Rossini Opera Festival) il 9
agosto, con repliche il 12, 15 e 18, sempre al Teatro Rossini alle
ore 20. Gli altri titoli principali del ROF sono “La donna del
lago” (8,11, 14 e 17 agosto alla Adriatic Arena, sul podio Michele
Mariotti, regia di Damiano Michieletto, in scena Juan Diego Florez) e
“Ciro in Babilonia” (10,13,16 e 20 agosto al Teatro Rossini, con
Jader Bignamini sul podio, la regia di Davide Livermore e i costumi
di Gianluca Falaschi).