Cresima e Comunione insieme, a distanza di 24 ore l’una dall’altra, in quinta elementare anziché in seconda media, al termine di un cammino di catechesi di tre anni. Negli anni successivi sarà proposta ai ragazzi l’esperienza dell’oratorio mentre per la Cresima i padrini saranno i catechisti o gli educatori. È la decisione presa dalla diocesi di Spoleto – Norcia, guidata da monsignor Renato Boccardo (nella foto in alto, ndr), dopo l’assemblea sinodale dell’anno scorso. «Macché rivoluzione, semmai è un ritorno all’antico», dice Boccardo che è anche presidente della Conferenza episcopale umbra. «La nostra preoccupazione», spiega, «era quella di rendere accessibile ma non meno profondo il percorso di catechesi. Sui social network c’è stata un po’ di fibrillazione sulla proposta di scegliere come padrini i catechisti dei ragazzi ma le perplessità nascono più per resistenze legate a convenzioni sociali che per motivi di fede».
La “riforma” non è stata imposta dall’alto ma è stata discussa all’interno dell’assemblea sinodale convocata per rispondere all’invito di papa Francesco di rileggere l’Evangelii Gaudium nelle chiese locali. «Una delle richieste dell’assemblea diocesana», afferma il Vescovo, «è stata quella di rivedere il percorso di iniziazione cristiana per aiutare i nostri ragazzi ad acquisire una mentalità cristiana e un senso di appartenenza alla Chiesa. Con questo cambiamento abbiamo voluto restituire il senso vero dei sacramenti e ribadire che la pienezza dell’iniziazione cristiana è il sacramento dell’Eucarestia, non la Cresima che è una tappa verso l’Eucarestia. D’altra parte, la Cresima si celebra una volta sola, l’Eucarestia tutte le domeniche».
L’altro aspetto, comune a gran parte delle parrocchie italiane, che ha indotto a cambiare è l’abbandono dei ragazzi dopo la Cresima: «Basta fare un incontro con i catechisti e i parroci e tutti si lamentano che dopo la Cresima i ragazzi non frequentano più la parrocchia», aggiunge Boccardo, «ho detto: piantiamola di lamentarci e piangerci addosso e cambiamo strada. La catechesi non deve trasmettere nozioni ma aiutare a diventare cristiani. È un tentativo, una strada nuova. Non a caso abbiamo definito la catechesi un cantiere sempre aperto per una costruzione sempre nuova».
«Qualche catechista si è un po' spaventato ma è normale di fronte alle novità»
Nei primi secoli della Chiesa i sacramenti dell’iniziazione cristiana, come accade oggi per i catecumeni, si facevano tutti insieme, poi nei secoli successivi è cambiato l’ordine (Battesimo, Cresima ed Eucarestia) per arrivare ad oggi dove c’è prima la Comunione e poi la Cresima che conclude il percorso. La scansione decisa dalla diocesi di Norcia andrà, di fatto, a regime fra tre anni. Chi ha già cominciato la catechesi, infatti, andrà avanti con le vecchie regole. I ragazzi di terza elementare che iniziano quest’anno riceveranno il sacramento della Cresima alla fine della quinta.
La nuova formula prevede la memoria del Battesimo alla fine della terza elementare, la prima confessione alla fine della quarta e la Cresima e la Comunione alla fine della quinta. «I due sacramenti», spiega monsignor Boccardo, «saranno impartiti a distanza di un giorno o al massimo una settimana l’uno dall’altro. La Cresima sarà celebrata in Duomo, nella chiesa cattedrale, per sottolineare l’inserimento pieno dei ragazzi nella Chiesa locale. Poi il giorno dopo o la domenica successiva verrà celebrata la Prima Comunione in parrocchia».
E dopo la Cresima? «Sarà proposta ai ragazzi l’esperienza dell’oratorio come luogo di vita dove si impara a stare con gli altri, ci si diverte, si prega insieme e si viene formati ed educati», dice il Vescovo.
Dopo la discussione nell’assemblea sinodale diocesana, a giugno c’è stata l’assemblea del clero che ha dato il via libera quasi all’unanimità. Infine, a settembre, la discussione definitiva nell’assemblea dei catechisti. «Ma», conclude monsignor Boccardo, «non ci sono state grosse obiezioni. Qualche catechista si è un po' spaventato ma è normale di fronte alle novità».