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domenica 26 marzo 2023
 
 

Bonacelli: «Vi racconto il cardinale Martini»

24/06/2013  L'attore gli darà voce e corpo in uno spettacolo scritto da Marco Garzonio che andrà in scena al Festival di Spoleto. In un cartellone ricco di proposte culturali, emerge l'attenzione ai temi spirituali e religiosi.

«Occorre tornare a pensare in grande, interrogarsi, confrontarsi su ciò che è veramente giusto, intriso di valori del vivere sociale, rispettare i valori di sussidiarietà e solidarietà»; la frase del Cardinal Martini ha colpito l’attore Paolo Bonacelli che la ritiene oggi «un manifesto molto importante in tempi in cui tali valori dovrebbero essere fondamentali nelle nostre vite». Bonacelli si appresta a dare voce, in una sorta di dialogo con l’attrice Lucilla Giagnoni, ai grandi interrogativi suscitati dal Cardinal Martini relativi sia al contesto storico, sia alle difficoltà economiche, quanto mai attuali, delle famiglie, nello spettacolo Martini: il Cardinale e gli altri con la regia di Felice Cappa che debutta il 5 luglio alla 56esima edizione del “Festival dei 2Mondi di Spoleto” (28 giugno-14 luglio 2013).

Il testo è di Marco Garzonio, definito dal Cardinal Ravasi «il maggior esperto martiniano» poiché ha conosciuto bene Martini come giornalista del Corriere della Sera nei suoi 22 anni a Milano, ha pubblicato nel 2012 il libro, edito da Mondadori, Il profeta. Vita di Carlo Maria Martini e confida anche un suo ricordo personale «con la figura alta imponente, pur ispirando un senso di autorevolezza, era sempre pronto ad ascoltarti e a chiederti notizie della tua famiglia».

Per l’allestimento al Chiostro San Gregorio di Spoleto e per la tournée, che comprende anche il Piccolo Teatro di Milano, Garzonio ha composto una pièce originale, autonoma dal libro. L’autore, infatti, tramite il teatro, vuole che il messaggio di Martini, scomparso il 31 agosto 2012, sia accessibile a tutti, soprattutto alle nuove generazioni che possano oggi capire la portata rivoluzionaria del suo pensiero, spesso anticipatore di fenomeni sociali rivelatisi solo successivamente. Il nucleo narrativo della pièce si concentra su alcuni momenti difficile del suo ministero, rispecchiando, prosegue Garzonio, «lo stile Martini di non trincerarsi dietro la sua carica, ma di cercare sempre un dialogo interiore sulla parola di Dio rivolta al sociale. In una carriera così lunga e intensa ho scelto di fare emergere alcuni passaggi chiave del suo impegno e le grandi sfide affrontate a Milano. Nel 1984, poco prima che papa Wojtyla venisse a Milano per il IV centenario della morte di san Carlo Borromeo, il cardinale guida una processione per le vie della città, in ricordo dell’epoca della peste citata nei Promessi Sposi e denuncia le tre pesti attuali: il terrorismo, dominante all’epoca del suo insediamento, la crisi economica, da lui indicata subito come una trasformazione epocale in Affrontare la crisi (1983); infine evidenzia la difficile situazione politica, sottolineando la corruzione che stava dilagando a Milano, paragonandola, in seguito, al degrado della Ninive biblica, scrivendo Alzati e va’ a Ninive».

L’idea del regista Felice Cappa è «riunire una comunità composta dagli spettatori in un momento di condivisione e di partecipazione per stimolare una riflessione sui grandi temi che ci ha lasciato Martini. Infatti in occasione delle repliche al Piccolo Teatro di Milano la Fondazione Corriere della Sera sta organizzando anche alcuni incontri di approfondimento.» La struttura dello spettacolo unisce le due città Gerusalemme in cui il Cardinale visse dal 2002 al 2007 e Milano: «non c’è cronaca e realismo - prosegue il regista - ma i luoghi vengono rievocati con l’immaginazione, non in modo documentaristico e diventano spunto per analizzare il terrorismo, gli integralismi, il dialogo tra le religioni, dato che Martini avviò la Cattedra dei non credenti, occasione di incontro tra cristiani e non credenti, il rapporto con la materialità nell’epoca di tangentopoli. Anche le musiche e i video originali dell’epoca introdotti nello spettacolo sono finalizzati a ricreare una atmosfera tesa a riproporre con umiltà e rispetto le verità di Martini e per fare risaltare le sue parole».

La scelta di affidare la rievocazione della figura signorile e ieratica di Martini a Paolo Bonacelli è stata immediata per il regista Felice Cappa, infatti Bonacelli si contraddistingue per la sensibilità interpretativa di tanti personaggi teatrali, cinematografici, televisivi. «Pur vivendo a Roma ho sempre seguito l’operato del Cardinal Martini e mi ha sempre colpito il suo carisma - prosegue Bonacelli-. Ho già interpretato altri personaggi storici come Aldo Moro, in Aldo Moro, una tragedia italiana, un reading, una forma di spettacolo molto comune in Inghilterra e in Germania, in cui si affiancano alla narrazione dei fatti salienti alcune proiezioni originali e lo stesso avverrà per Martini: il Cardinale e gli altri in cui, come annuncia il titolo, oltre i testi scritti da Martini e le interviste, si ascolteranno anche le parole delle persone comuni che gli scrivevano nella rubrica della posta del Corriere dal 2009 al 2012».

Paolo Bonacelli, dopo essersi diplomato all’Accademia d’arte drammatica di Roma, viene diretto da Luigi Squarzina, Beppe Navello, Giorgio Pressburger, fino all’incontro con Mario Missiroli con cui porta al successo molti testi tra cui La Mandragola di Machiavelli, riproposta ora il 12 luglio al festival di Borgio Verezzi con la rinnovata regia di Jurij Ferrini. «La Mandragola è sempre una avventura coinvolgente per il pubblico - commenta Bonacelli - il testo, alla lettura, può sembrare ostico, ma attraverso la recitazione diventa un piacere per spettatori e per gli interpreti, perché c’è una ricchezza di gamme di colori, di ironia, di intelligenza che arriva immediatamente agli spettatori e poi il feroce messaggio di critica di Machiavelli è purtroppo molto attuale: il fine giustifica i mezzi».

Tra i registi e i colleghi con cui Bonacelli ha lavorato ricorda «molte persone di qualità che non tradiscono mai:
il sodalizio durato trent’anni con Mario Missiroli, l’incontro con il premio Nobel Harold Pinter nel 2000 per la messa in scena di Il ritorno a casa, la collaborazione con Francesco Rosi per la versione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli, tratto dal romanzo di Carlo Levi, i successi cinematografici con Roberto Benigni e Massimo Troisi in Non ci resta che piangere e Johnny Stecchino; nel film The American l’incontro con George Cloney, che non fa il divo, ma è una persona normale e piacevole. Inoltre ho la fortuna di fare parte della compagnia dello Stabile di Bolzano diretto da Marco Bernardi con cui si allestisce il grande teatro di repertorio e si organizzano grandi tournèe, esperienze non facili oggi in Italia».

E quale è stato agli inizi il suo maestro? «Ho avuto l’insegnamento di Vittorio Gassman: dalla sua passione per il suo lavoro ho imparato che il teatro diventa coinvolgente emotivamente e sentimentalmente. Il mio sogno è che la Tv trasmetta il teatro, poiché, quando raramente accade, riscuote un grande successo. L’opinione pubblica oggi si forma attraverso la televisione, per questo in Inghilterra e in Germania si parla di teatro in tv, poiché fa parte del tessuto sociale della società».

Nella sua formazione di attore è stata fondamentale l’Accademia drammatica di Roma e per i giovani che oggi vogliono dedicarsi allo spettacolo ritiene: «utile frequentare una scuola, poiché non essendoci un albo professionale degli attori, né un sindacato forte la professione si è degradata. In Inghilterra non si può lavorare se non si è diplomati in una scuola riconosciuta o se non si sono svolti tre anni di apprendistato in una compagnia teatrale, invece in Italia basta avere partecipato a una fiction in Tv per recitare anche a teatro e sentirsi attore. Mi ricordo che quando ho comunicato ai miei genitori di voler fare l’attore solo mia madre, che mi voleva bene e sapeva che non volevo fare un lavoro ripetitivo, mi ha appoggiato, ma mio padre e mio fratello non volevano; oggi è il contrario sono i genitori a desiderare che i propri figli facciano gli attori e li spingono a esibirsi!».

Dove & quando
MARTINI: IL CARDINALE E GLI ALTRI di Marco Garzonio. Drammaturgia e regia di Felice Cappa. Con Paolo Bonacelli e Lucilla Giagnoni. Un progetto Fondazione Corriere della Sera, Spoleto 56 Festival dei 2Mondi, prodotto da CRT Artificio Milano in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Dal 5 al 6 luglio 2013 Chiostro di San Gregorio, Spoleto, dal 25 settembre al 6 ottobre 2013, Piccolo Teatro Studio. Info: per il programma completo del Festival: www.festivaldispoleto.com

Al Festival dei 2Mondi di Spoleto, aperto il 28 giugno dalla ballerina Alessandra Ferri in uno spettacolo di teatrodanza, dopo il grande successo dell’anno scorso, viene ripreso il ciclo delle Prediche, a cura di Lucetta Scaraffia, sulle Opere di Misericordia, dedicate a Consigliare i dubbiosi (monsignor Rino Fisichella), Insegnare agli ignoranti (Suor Catherine Aubin), Ammonire i peccatori (monsignor Vincenzo Paglia), Consolare gli afflitti (cardinale Francesco Coccopalmerio), Perdonare le offese (monsignor Giancarlo M. Brigantini), Sopportare pazientemente le persone moleste (professor Gianluigi Pasquale), Pregare per i vivi e per i morti (monsignor Renato Boccardo).

Oltre ai grandi registi come Robert Wilson in The old woman, tratto dal racconto di Daniil Kharms, Peter Stein in Il ritorno a casa di Harold Pinter, Luca Ronconi in Pornografia di Witold Gombrowicz, l’attrice Adriana Asti interpreta La voce umana e Il bell’indifferente di Jean Cocteau, diretta da Benoît Jacquot, regista del cinema francese al suo debutto in teatro, mentre Sebastiano Lo Monaco porta in scena Dopo il silenzio, tratto dal libro Liberi tutti di Pietro Grasso, presidente del Senato. Come afferma il regista Alessio Pizzech: «La parola teatrale diventa strumento di indagine di una Storia di un paese, l’Italia, che coincide, si scontra talora, diverge e poi trova punti di contatto con la storia della mafia con i suoi addentellati politico/economici, con il suo ribaltamento valoriale che si è unito ad un imbarbarimento dei costumi e della vita pubblica».

Altra novità Il Decalogo - Parte I con i Comandamenti dal I al V con la regia di Stefano Alleva che si è ispirato ai film del regista polacco Krzysztof Kieslowski, costruendo cinque spettacoli teatrali tratti da soggetti ispirati da fatti di cronaca, da storie di vita quotidiana con valore simbolico descritti da due giovani autori, Mara Perbellini e Andrea Valagussa con la supervisione di Padre Antonio Maria Tofanelli.

Dal 29 giugno al 14 luglio a Palazzo Collicola si svolgerà “Istinto di Conversazione”, il format ideato da Aleteia Communication nel quale, ispirati da Oliviero Beha, padri e figli si confronteranno nella cornice del Festival dei 2Mondi di Spoleto. Il cartellone prevede 6 appuntamenti, tutti come sempre a ingresso libero tra dialoghi, confronti, dibattiti, faccia a faccia. Numerosi gli ospiti in programma. Tra gli altri: Massimiliano Fuksas, Barbara Alberti, Laura Morante, Gabriele e Lorenzo Lavia e molti altri. 

Dove & quando
FESTIVAL DEI 2 MONDI DI SPOLETO dal 28 giugno al 14 luglio 2013, Spoleto, vari luoghi. Info: tel. 0743 77 64 44; 0743 22 16 89; www.festivaldispoleto.com

 
 
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