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sabato 07 settembre 2024
 
L'EVENTO
 

Spostarsi senza inquinare: il 25 gennaio il convegno FutureMobility

22/01/2022  «L’anno scorso, in Italia, il sistema dei trasporti è stato responsabile del 25% delle emissioni inquinanti. E i tre quarti di queste sono dovute alla mobilità urbana, quindi, in sostanza, al trasporto privato», spiega Mauro Spagnolo, direttore di Rinnovabili.it. Tra gli interventi previsti nella giornata di approfondimento anche quello del presidente di Earth Day Italia, Pierluigi Sassi.

Come cambiare il nostro modo di spostarci, per inquinare meno e consumare meno energia. Ecco un tema capitale, che nessuno può più permettersi di ignorare: in gioco c’è il destino della nostra casa comune e, forse, la sopravvivenza stessa delle generazioni future. Anche la Chiesa è chiamata a fare la propria parte. E se l’amore per il creato esiste da sempre nell’etica cristiana, oggi – come ci ricorda l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco – serve uno scatto di responsabilità, più deciso e consapevole. Vale dunque la pena seguire attentamente l’evento FutureMobility, focus sulla mobilità sostenibile. L’appuntamento è organizzato martedì 25 gennaio da Rinnovabili.it, una tra le testate giornalistiche più autorevoli, a livello nazionale, su transizione ecologica e sostenibilità ambientale. Sarà un’occasione importante per capire a che punto siamo e che cosa si può fare, in concreto, per un sistema di trasporti più pulito.

Partiamo da un dato di fatto. «L’anno scorso, nel nostro Paese, il sistema dei trasporti è stato responsabile del 25% delle emissioni inquinanti. E i tre quarti di queste sono dovute alla mobilità urbana, quindi, in sostanza, al trasporto privato» ci spiega Mauro Spagnolo, direttore di Rinnovabili.it. È evidente che dobbiamo cambiare qualcosa, ma in che direzione? Sul motore elettrico circolano pareri contrastanti: per alcuni è la soluzione, mentre altri puntano il dito contro gli impatti ambientali generati da produzione e alimentazione dei veicoli elettrici (pensiamo, ad esempio, ai tanti interrogativi sulle batterie al litio). C’è chi arriva ad affermare che, a conti fatti, l’impatto ecologico della nuova filiera sia sostanzialmente analogo a quello dei motori tradizionali, alimentati a idrocarburi. Una tesi, quest’ultima, che il direttore di Rinnovabili.it smentisce con fermezza. «Sul piatto della bilancia, non c’è paragone: l’elettrico è enormemente meno inquinante. Di sicuro ci sono delle criticità, che vanno prese molto sul serio. Però teniamo conto che l’innovazione tecnologica sta facendo enormi progressi nel migliorare il ciclo di vita delle batterie e delle parti meccaniche dei veicoli. L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili sta crescendo in modo esponenziale (già oggi, in Italia, è più del 40%). I sistemi di smaltimento e recupero stanno diventando più avanzati. Ed è in corso la sperimentazione su almeno tre materiali alternativi al litio per le batterie». Insomma, a quanto pare si stanno ponendo le basi per un sistema effettivamente sostenibile.

Pur tra fatiche e resistenze, l’idea dell’auto elettrica inizia a prendere piede, anche in Italia. «Sì, in effetti, nel nostro Paese, il mercato delle auto private è sostanzialmente allineato con la media europea. Ogni grande casa ha lanciato modelli elettrici. E, secondo un sondaggio appena realizzato dalla federazione europea Transport and Environment, i cittadini italiani sono tra i più consapevoli: l’89% degli intervistati vorrebbe obblighi più fermi sui requisiti ambientali da imporre alle case automobilistiche e il 71% sarebbe disposto a spendere fino a 500 € in più per avere un veicolo con emissioni più basse». C’è però ancora una barriera non da poco: «la rete infrastrutturale non è abbastanza efficiente e capillare. E su questo punto bisognerà che le amministrazioni pubbliche facciano decisivi passi avanti, anche se, certamente, il tema è molto complesso». Per capirci, possiamo anche acquistare un’auto elettrica, ma se poi caricarla diventa un problema, è ovvio che non siamo incentivati a usarla.

Altra frontiera, l’idrogeno. Chimera o soluzione possibile? «No, non è una chimera» risponde Spagnolo, «vorrei però fare una premessa. Contrariamente a quanto a volte si sente dire, l’idrogeno non è una fonte di energia, ma è soltanto un vettore: è un gas che ha una straordinaria capacità di immagazzinare energia e poi restituirla. Non sarebbe corretto metterlo sullo stesso piano delle fonti rinnovabili, come il vento o il sole. Chiarito questo, il sistema ha senz’altro i suoi vantaggi in termini di sostenibilità, a patto, però, che l’idrogeno venga prodotto in modo pulito e senza inquinare, perché altrimenti spostiamo solo il problema, senza risolverlo». Nel mondo, veicoli a idrogeno sono ormai una realtà: esistono navi e treni alimentati in questo modo (i secondi, già diffusi in Germania, potrebbero arrivare presto anche da noi) e si stanno facendo esperimenti perfino sugli aerei. Per le auto private, invece, siamo un po’ più indietro, «anche perché i costi sono ancora molto elevati. Ma secondo alcuni studiosi, nel giro di cinque anni si arriverà a produrre idrogeno in modo competitivo e paragonabile con le spese per altri sistemi di spostamento».

Fin qui la tecnologia, ma non è tutto. Se davvero vogliamo una mobilità sostenibile dobbiamo cambiare mentalità. «Pensando a una città ideale, proiettata nel futuro, immagino una quasi totale scomparsa dei veicoli privati, a vantaggio dei mezzi condivisi». Secondo Spagnolo «lo sharing rappresenta davvero una rivoluzione epocale». Qui in Italia, dove per generazioni il possesso dell’auto è stato un simbolo, quasi un mito, probabilmente ci vorrà del tempo. «Sì, ma se riusciremo a cambiare punto di vista, faremo del bene all’ambiente. E anche al nostro portafoglio».

Di tutto questo (e di molto altro) si parlerà martedì 25 gennaio, durante il convegno FutureMobility. La giornata si articola in quattro momenti. Il primo è dedicato all’impegno della politica e delle associazioni. Interverranno, tra gli altri, il ministro dei trasporti Enrico Giovannini, e il presidente della commissione industria del Senato, Gianni Girotto, ma anche esponenti di quel variegato mondo del terzo settore, così attivo in materia ambientalie Tra loro, il presidente di Earth Day Italia, Pierluigi Sassi. Poi verrà dato spazio ai territori, per capire, ad esempio, come attuare, a livello locale, la transizione all’elettrico. Saranno rappresentati anche alcuni colossi dell’energia come Terna, Acea, Enel, Eni. Nella seconda parte del forum, saranno protagoniste le grandi case automobilistiche e, successivamente, le startup innovative, un mondo in grande fermento. L’evento è gratuito e aperto a tutti. Per iscriversi: www.rinnovabili.it/futuremobility         

 
 
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