Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 13 ottobre 2024
 
Tv
 

Standing Ovation, Antonella Clerici fa cantare genitori e figli

03/03/2017  Terza puntata stasera su Rai1 del talent Standing Ovation, dieci coppie formate da un bambino e un adulto si esibiscono nei loro pezzi forti, con l'obiettivo di arrivare in finale. In giuria Nek, Loredana Bertè e Romina Power. Intervista alla conduttrice, che ci svela i dietro le quinte e il suo sogno di cantare

Lo slogan è “due voci, un solo cuore”. Coppie di cantanti molto speciali, unite da legami di affetto, mamme, papà, e i loro ragazzi. Capaci di incantare con le loro storie e la loro musica il pubblico e la giuria e strappare una Standing ovation. È questo il titolo del programma in cinque puntate di Ballandi Multimedia condotto da Antonella Clerici, di cui venerdì 24 in onda sulla Rai.

Antonella, è stato difficile trovare le coppie?

«Ormai siamo esperti nel reclutare i bambini, dopo le tante edizioni di Ti lascio una canzone. Soprattutto al Sud ci sono tante scuole di canto e in primis ci siamo rivolti a loro. Poi abbiamo attivato anche un sito web e i social. Si sono presentati in 2 mila. Il livello era molto vario e c’erano quelli che sarebbe molto meglio cantassero solo sotto la doccia».

Che tipo di concorrenti ci sono?

«Delle dieci coppie, a parte una zia con una nipote che sembrano uscite dal mondo delle fiabe (e infatti cantano le canzoni Disney), gli altri sono tutti genitori e figli. Segno che questo tipo di rapporto è più forte, viscerale. È rappresentata un po’ tutta l’Italia, dal Nord al Sud. Non è La Corrida: sanno tenere il palco, si sono già esibiti, anche se in contesti amatoriali. Ci sono per esempio un papà e la figlia che cantano nel coro della chiesa. Le storie sono varie: il ragazzo di Napoli uscito dal mondo della droga; il papà che vive in complicità con la figlia anche se la madre non è d’accordo; figli di genitori separati che nella musica hanno trovato un modo per superare le fatiche emotive».

Come funziona il meccanismo?

«Prevede delle eliminazioni in ognuna delle cinque puntate. Ogni coppia canta un brano e quelle a rischio eliminazione si esibiscono nel loro cavallo di battaglia. Ma non si tratta di una vera e propria gara È gente comune che non vince niente se non il piacere di cantare su Rai 1».

Che canzoni ascolteremo?

«Il repertorio è vario: canzoni melodiche, per bambini, brani anni Settanta, si va da Arisa a Bindi».

Come mai la scelta come giudici di Loredana Bertè, Romina Power e Nek?

«Hanno tre caratteristiche molto diverse. Nek è un padre di famiglia molto credente. Romina è un volto popolare, è una madre che ha vissuto profonde tragedie, ma ha una visione internazionale. Loredana una vera famiglia non l’ha mai avuta, la sua infanzia e giovinezza sono state molto travagliate e l’unico vero legame affettivo l’aveva con la sorella Mimì».

La tua famiglia come è stata?

«Mio padre e mia madre si sono amati tantissimo, la mia era una famiglia molto unita».

A te piace cantare?

«Sì, e mi sarebbe piaciuto prendere lezioni di canto, lo trovo un gesto liberatorio, infatti si dice “canta che ti passa”. Quando ero piccola in auto con i miei genitori cantavamo sempre».

E ti esibiresti con tua figlia?

«No, perché è già una bambina molto esposta, tutti in Italia la conoscono. Io non vorrei mai che facesse il mio lavoro, ma se scoprissi che ha un talento la sosterrei. Chissà, le piace tanto suonare il pianoforte».

Tu come ti rapporti con i bambini?

«Sono molto avvolgente e accogliente, direi materna, mi preoccupo di come stanno, se si divertono, mi viene da toccarli, accarezzarli».

Come mai hanno così successo le trasmissioni musicali che hanno come protagonisti dei bambini?

«Perché la canzone è l’espressione della nostra solarità. Credo che cantare sia una passione sana che vada coltivata perché ci tiene lontani dalle passioni insane».

Preferisci stare su un set con il grembiule o tra riflettori e microfoni?

«Io mi sento a mio agio in entrambi i ruoli. La cucina e la canzone incarnano ciò che rappresenta di più il nostro popolo».

Qualche anticipazione sul nuovo programma?

«Sarà un talent musicale, anche se non posso dire nulla di più. Io ho tantissime idee, ma non sempre me le fanno realizzare!».

Foto di Sebastiano Stringola

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo