In occasione della Giornata della Memoria “Famiglia Cristiana” ha pubblicato un servizio su Stanislawa Leszczynska, un’ostetrica polacca di Lodz che durante gli anni di prigionia al campo di concentramento continuava ad aiutare le donne incinte a far nascere i loro bambini. Un gesto eroico perché i tedeschi volevano morti tutti i neonati. Quando i tedeschi cominciarono a smantellare il campo e mandavano via i prigionieri, Stanislawa rimase dentro perché non voleva lasciare sole le donne che avevano appena partorito. E lì visse la liberazione del campo il 27 gennaio 1945.
Una volta libera, insieme con la figlia che pure sopravvisse alla prigionia ad Auschwitz, si recarono a Cracovia: la prima cosa che Stanislawa fece a Cracovia fu la Messa e l’Eucaristia. Quando si ripresero, tornarono nella città natale di Lodz dove continuò ad esercitare la professione di ostetrica fino a 1957. Si è spenta l’11 marzo 1974 all’età di 78 anni: nella bara l’hanno vestita con l’abito delle terziarie francescane, come aveva chiesto. È morta in fama di santità. Ai suoi funerali, a cui parteciparono migliaia di persone, mons. Kulik ebvbe modo di dire che l’esistenza di Stanislawa è stata tutta un servizio alla vita e che – come Padre Kolbe aveva sacrificato la vita per un prigioniero – ella l’aveva sacrificata per ogni bambino che aveva fatto nascere.
Alcuni anni dopo, le donne polacche fecero preparare un calice prezioso da offrire al Papa durante la sua seconda visita in Polonia. Nel Santuario della Madonna di Czestochowa, Giovanni Paolo II, nel giugno 1983, ha celebrato la Messa con questo grande calice, ornato di quattro figure scolpite in avorio che rappresentavano le quattro donne più importanti nella storia della Polonia: santa Edvige di Slesia, santa Edvige regina, la beata Maria Ledochowska e, ultima in ordine di tempo, ma non per eroismo e virtù, Stanislawa Leszczynska.
Dall’anno 1992 è iniziato nell’arcidiocesi di Lodz il processo di beatificazione di Stanislawa Leszczynska: la Santa Sede ha dato il suo nihil obstat per il processo di questa «fedele laica, madre di famiglia», il 13 marzo 1992. Quattro anni più tardi la stessa Congregazione ha dato il permesso per l’esumazione del corpo della Serva di Dio, che è stato trasferito dalla tomba del cimitero nella cripta della chiesa dell’Assunzione di Maria di Lodz, il luogo in cui Stanislawa fu battezzata. Purtroppo, il processo si è arenato nel 1997 e si è dovuto aspettare il nuovo postulatore, don Zbigniew Tracz, cancelliere della Curia di Lodz, per farlo ripartire con celerità. Don Tracz ha costituito il nuovo Tribunale e la speciale Commissione Storica. L’accelerazione riguarda prima di tutto la raccolta delle testimonianze. Si prevede che la fase diocesana si concluderà quest’anno e che la documentazione necessaria sarà trasmessa alla Congregazione per le Cause dei Santi dove comincerà la fase romana del processo.
Intanto c’è continua il culto privato della Serva di Dio: tante persone, particolarmente le infermiere e le ostetriche, fanno pellegrinaggi sulla sua tomba. Molte associazioni di infermiere e una scuola infermieristica portano il suo nome. Tutto questo è l’ulteriore prova della diffusa fama di santità di Stanislawa Leszczynska. Si auspica che presto l’”ostetrica di Auschwitz” potrà essere portata agli onori degli altari e venerata, e che diventi patrona non soltanto delle infermiere e delle ostetriche ma anche di tutti coloro che difendono la vita nascente.
Foto Gentile concessione di @don Pawel Klys/Arcidiocesi di Lodz