La cordialità si vede anche nel modo in cui il segretario di Stato Piero Parolin e il premier italiano Giuseppe Conte conversano al termine dell’incontro bilaterale Italia Vaticano in occasione dell’anniversario dei Patti lateranensi. Entrambi sottolineano, ai giornalisti, la «grande convergenza» tra i due Stati. Conte cita «Maritain e anticipa un grande convegno mondiale, in preparazione tra maggio e giugno, sul neoumanesimo. Dobbiamo riattualizzare quel filone di pensiero, rivilitalizzarlo in un contesto globale che all’epoca non era ipotizzabile. Oggi e le tecnologie, avendo fatto grandi passi in avanti, pongono nuovi dilemmi morali. Il neoumanesimo significa ripensare l’uomo in questo contesto di vita così articolato, complesso e a volte anche sfilacciato. È una grande sfida».
Proprio sul piano del neoumanesimo Chiesa e Stato continuano ad avere le loro convergenze. «Assieme» dice ancora Conte, «abbiamo ripassato l’eccellente stato dei rapporti bilaterali, rapporti che sono assolutamente radicati. C’è un dialogo costante e continuo e c’è una grande consonanza perché noi apprezziamo molto, come Stato e in particolare questo Governo, tutte le iniziative della Santa Sede e soprattutto il suo contributo in termini di promozione e tutela dei diritti umani, promozione della giustizia sociale, le misure di inclusione e di equità. Da questo punto di vista la Santa Sede, ma anche la Cei, le articolazioni parrocchiali e tutto il mondo dell’associazionismo cattolico offrono un grande contributo alla coesione sociale e all’inclusione territoriale, di cui lo Stato italiano si avvantaggia e questo riconoscimento è dovuto ma anche molto sentito».
Sul tavolo, aggiunge dal canto suo il cardinale Parolin «il sostegno alle famiglie con un’attenzione specifica del governo italiano soprattutto per quelle in difficoltà. In questo contesto abbiamo parlato anche di disabilità. E poi la questione della disoccupazione giovanile, dell’ambiente, dell'immigrazione, del fine vita e delle cure palliative. Grande convergenza poi sulla politica internazionale, a partire dalla delicata situazione in Libia. Una convergenza che nasce dallo stesso approccio. Santa Sede e Italia considerano il multilateralismo il metodo migliore per affrontare e risolvere i tanti conflitti».
Di «comune sensibilità» torna a parlare anche il premier Conte. «Questa consonanza sui tanti temi nasce anche da un approccio molto simile per quelli che sono in questo momento i dossier più critici sul piano internazionale . Mi riferisco all’intera area del Mediterraneo.
Sarò all’incontro di Bari promosso dalla Cei proprio sul Mediterraneo. Intanto però, posso dire che, con la Santa Sede abbiamo parlato di Libia, di Siria, di Sahel , Sud Sudan, Corno d’Africa, Iran, Iraq, Libano e, ovviamente, anche dell’
allargamento dell’Unione europea alla Macedonia del Nord e all’Albania».