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giovedì 03 ottobre 2024
 
Giubileo
 

Stop alla guerra, un fondo mondiale contro la povertà

09/05/2024  Basta spendere in armi denaro che può servire per sconfiggere la fame nel mondo. Nella Bolla di indizione del Giubileo papa Francesco chiede una amnistia per i detenuti e una alleanza per arginare il calo della natalità

Speranza per i detenuti, per gli anziani, per i poveri, per i migranti, per i giovani. La Bolla con la quale il Papa indice ufficialmente il Giubileo, Spes non confundit, la speranza non delude tocca i punti fondamentali del prossimo Anno Santo che, come è stabilito dal testo stesso si aprirà il prossimo 24 dicembre in Vaticano per chiudersi, ancora in Vaticano il 6 gennaio 2026. Dopo l’apertura della Porta Santa di San Pietro, di fronte alla quale padre Leonardo Sapienza reggente della Casa Pontificia e decano dei protonorari apostolici, ha letto brani della stessa Bolla alla presenza di papa Francesco, si apriranno le altre porte giubilari delle basiliche papali, mentre il 29 dicembre tutti i cardinali e i vescovi sono invitati a celebrare l’apertura del Giubileo nelle cattedrali e concattedrali. Lo stesso Bergoglio aprirà la Porta Santa in Laterano il 29 dicembre e poi, in una data ancora da stabilire, è sua intenzione aprirne una in un carcere come segno concreto della speranza per i detenuti di essere riaccolti nella società. Il Papa chiede segni tangibili per ridare speranza a un mondo in sofferenza.

«Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra», si legge nella Bolla. Chiede che «con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari» si costituisca «un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri». E poi propone «ai Governi che nell'Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell'osservanza delle leggi»

E ancora fa «appello per tutti i cristiani d'Oriente e d'Occidente a compiere un passo deciso verso l'unità intorno a una data comune per la Pasqua». Chiede che si dia più speranza ai giovani il che «equivale ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che in tante situazioni tale prospettiva viene a mancare. La prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita». Per far fronte al calo della natalità chiede una «alleanza sociale»

E mentre ricorda che «è necessario porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza» chiede di lasciarsi «fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore”. Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo».

 
 
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