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martedì 17 settembre 2024
 
 

Stop all’Itanglese

13/04/2011  Una società di traduzioni ha deciso di monitorare il numero di parole inglesi usate ogni giorno da stampa, radio e Tv

Se invitate il vostro cliente per una riunione per spiegargli di cosa vi occupate, per decidere di fare un lavoro di squadra o definire una scaletta dei temi da affrontare e le scadenze, probabilmente non verrete presi sul serio. Perché il briefing con il client richiede alcuni skills, come capacità di teamworking, chiarezza sul proprio core business un planning rigoroso per non superare la deadline. È così che parlano le aziende italiane, ma non solo. Dall’innocente week-end da passare in famiglia al vestito cool per il party, l’inglese sta entrando di prepotenza nella lingua quotidiana, talvolta anche a sproposito. E così qualcuno ha pensato bene di difendere l’italiano da chi lo vuole dimenticare e l’inglese da chi lo usa male: è nato il sito www.stopitanglese.it per iniziativa dell’agenzia di traduzioni Agostini Associati per far riflettere sull’uso della lingua in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo scopo è monitorare, nei prossimi mesi, l’incidenza dell’utilizzo di termini inglesi da parte dei principali mezzi di comunicazione (stampa, Tv, radio) e nella pubblicità, così da capire quanto l’Itanglese sta prendendo piede. Non siamo solo noi italiani che per praticità o pigrizia ricorriamo a parole anglosassoni: lo fanno i Tedeschi (il Denglish) e anche i Francesi (Franglais) per i quali la difesa della lingua è stata sempre motivo di orgoglio nazionale.

 
 
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