Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 19 marzo 2025
 
 

Storia di Laura, finita peggio del suo cane

23/11/2013 

Maura Sianesi è una cittadina indignata nel vedere che a Segrate “una bambina, solo perché straniera e rom, è considerata meno di un cane”. I fatti: venerdì 6 settembre, la Polizia locale sgombera un mini-insediamento di due baracche nel comune alle porte di Milano, dove vive la famiglia di Laura (il nome è appositamente di fantasia per difenderne la privacy), 7 anni, prima elementare terminata con orgoglio a giugno. È la seconda volta dalla fine della scuola che la sua “casa” (sì, quando non hai nulla, anche due assi di legno e tre lamiere si chiamano “casa”) viene distrutta, ma questa volta c’è una differenza. Racconta Maura: “Non avevano dato alcun preavviso alle due famiglie rom che ci vivevano e che all’arrivo delle ruspe erano assenti. Il padre di Laura era al magazzino in cui lavora, in nero, 100 euro alla settimana per 8-10 ore al giorno. Hanno demolito le baracche con le ruspe, senza che nessuno potesse recuperare i pochi beni che avevano”. Alla faccia delle norme internazionali sugli sgomberi, che prevedono di dare un giusto preavviso alle famiglie e di offrire, almeno a donne e minori, una sistemazione alternativa temporanea.

Ma – spiega Maura – c’è una seconda parte nell’assurdità della vicenda: “L’unico essere vivente presente allo sgombero era un cane, del cui destino, giustamente, la polizia locale si è preoccupata portandolo in un canile. Nessuna preoccupazione invece per la famiglia di umani e per la bambina di 7 anni!”. Alla notizia dello sgombero, Laura continuava a piangere perché, oltre ad aver perso la sua misera casa, non trovava più il suo cagnolino. Racconta Maura: “Ha dormito in un parco a cielo aperto, senza nulla, mentre il suo cane era al riparo e certamente ha ricevuto il pasto. Il giorno successivo, dopo una lunga serie di telefonate, Laura ha potuto riavere il cucciolo; al canile, ci hanno raccontato che anche l’animale era spaventato perché lontano dai suoi padroni”. Ma doveva ancora arrivare l’ultima beffa: insieme al cane, è stato consegnato un bollettino da pagare all’Asl. 120 euro, il prezzo dell’uscita dell’accalappiacani.

Maura è andata nel weekend a trovare la famiglia di Laura: “Mi ha commosso, aveva una maglietta verde e blu che gli avevo regalato tempo fa: era l’unica che aveva salvato dalle ruspe, poiché la indossava il giorno dello sgombero”. Invece i quaderni, lo zaino, la foto di classe, il suo peluche preferito, tutto era stato distrutto. La bambina ha iniziato la scuola, ma almeno la cartella ci sarà: “Con altri volontari e insieme agli Scout e alla Comunità di Sant’Egidio, alla fine dell’anno scolastico abbiamo chiesto a tanti bambini e ragazzi milanesi di non buttare lo zaino, ma di regalarlo ai loro coetanei più poveri della città”. Maura racconta come è nata la sua amicizia con Laura: “L’ho conosciuta perché i volontari della Comunità di Sant’Egidio l’accompagnavano nella mia parrocchia a fare la doccia una volta a settimana, per andare a scuola pulita, e poi a giugno l’hanno iscritta all’oratorio estivo. Mi ha sempre colpito come parla della scuola: le si illumina il viso”. 

Come per Maura, l’incontro personale abbatte le barriere, aiuta a guardare ai rom non come una categoria infida e minacciosa. Spesso si è invece tutti bravi a urlare, a chiedere sgomberi e a confinare ai margini. Si dimentica che i rom sono prima di tutto persone, appena 160mila, non più nomadi, la metà ragazzini, la metà di tutti addirittura italiani. I problemi ci sono, ma si dovrebbe ripartire da un dato: sono un popolo di bambini, il 40% è in età scolare. Per questo sarebbe bene decidere che una questione di 80mila minorenni va affrontata con la scolarizzazione per tutti e con un forte impegno sociale e di monitoraggio. Insomma, con più “zaini” per tutte le Marise delle nostre città.  (Per aiutare i minori rom: santegidio.rubattino@gmail.com)  

Multimedia
Container 158, il trailer
Correlati
Container 158, il trailer
Correlati
Sopravvivere nelle baraccopoli
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo