Secondo l'Onu i casi mondiali di violenza sulle donne sono cresciuti del 20% durante i mesi più duri dell'emergenza covid e relativo lockdown. Infatti l’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica del periodo di restrizioni ha comportato in molti casi per le donne e i loro figli e figlie il rischio di una maggior esposizione alla violenza domestica e assistita. Non è un caso che anche in tempi normali i momenti in cui si registra un aumento degli episodi di violenza sono proprio le vacanze estive e le festività, i periodi, cioè, in cui la convivenza si fa più stretta. Ispirandosi a casi realmente accaduti, registrati dal Telefono Rosa durante la pandemia Alessandra Balla, giornalista e responsabile della comunicazione dell’Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa ha scritto la raccolta di racconti Chiuse in casa (Castelvecchi editore) che riporta storie di violenza domestica avvenute durante il lockdown. Ogni nome di donna, e quindi ogni racconto, rappresenta una forma di violenza: psicologica, fisica, violenza sessuale, stalking, violenza economica e violenza assistita.. Tutti i nomi sono frutto di fantasia, come spesso i contesti e la creazione dei personaggi. L’idea è quella di entrare nelle case altrui e di dare voce alle donne che hanno subito, o subiscono, in silenzio. Non c’è alcuna morale nella violenza e purtroppo, a volte, nemmeno un lieto fine. Queste storie nascono dalla volontà di riflettere e denunciare quello che accade vicino a noi, nel nostro palazzo o solo qualche portone più in là.I proventi delle vendite andranno a sostegno del Telefono Rosa.