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giovedì 23 gennaio 2025
 
la strage del 1980
 

Ustica, l'appello di Mattarella: «I Paesi alleati collaborino con noi per trovare la verità»

27/06/2020  Il messaggio del presidente della Repubblica nella ricorrenza dei quarant'anni della strage rimasta impunita in cui morirono 81 persone: «Non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Il dovere della verità è fondamentale per l'Italia»

«Non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica›. È il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (sopra, nella foto, durante l'incontro al Quirinale nel 2015 con Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, ndr) sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 e di cui ricorre oggi il quarantesimo anniversario.

«La condivisione di tanto dolore», nota il Capo dello Stato, «è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l'immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto. La Repubblica e la tenacia e professionalità di uomini dello Stato», prosegue Mattarella, «hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società. Non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità - conclude Mattarella - è fondamentale per la Repubblica».

Come da tradizione, anche per questo quarantesimo anniversario, la commemorazione della strage si celebra nella sala del Consiglio comunale di Bologna. Presente il presidente della Camera, Roberto Fico, che parteciperà all’incontro con i familiari delle vittime a Palazzo d’Accursio. Saranno presenti anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti, e l’assessore comunale di Palermo, Paolo Petralia Camassa. Dopo l’incontro istituzionale a Palazzo d’Accursio, la giornata delle celebrazioni proseguirà al Museo per la Memoria di Ustica che conserva i resti recuperati del DC-9.

Cosa accadde quella sera del 27 giugno 1980

  

Alle ore 20 e 59 del 27 giugno 1980, un aereo DC-9 della compagnia ITAVIA in volo da Bologna a Palermo con 81 persone a bordo precipitò in mare non lontano dall’isola di Ustica, a nord di Palermo. Dopo decenni di indagini e di processi, tra reticenze e depistaggi, la tesi più accreditata è che l’aereo sia stato abbattuto per errore durante una battaglia aerea tra aerei libici e della NATO.

Ma a 40 anni dalla morte degli 81 passeggeri e membri dell’equipaggio del volo ITAVIA, le dinamiche dell’incidente e i suoi responsabili rimangono ancora in gran parte sconosciuti. Tra le poche cose che si sanno con certezza c’è la storia del volo fino al momento del suo abbattimento. Si sa per esempio che l’aereo decollò da Bologna con quasi due ore di ritardo rispetto all’orario previsto di partenza. E si sa che, poco meno di un’ora dopo, la scatola nera dell’aereo registrò l’ultima conversazione avvenuta nella cabina di pilotaggio. Dopo aver ripulito la traccia audio, si scoprì che la registrazione terminava con le parole: «Guarda, cos’è?», pronunciate alle 20 e 59. Poco dopo l’aeroporto di Palermo contattò l’aereo per coordinare la discesa, ma non ottenne risposta. Iniziarono subito le operazioni di ricerca e nella notte i primi rottami dell’aereo vennero trovati a poco più di cento chilometri dall’isola di Ustica.

Le prime indagini sul disastro furono svolte parallelamente dalla magistratura e da una commissione ministeriale.

I familiari delle vittime: «Quell'aereo fu abbattuto»

  

«“Guarda cos'è?”, le ultime parole di uno dei piloti del DC9 Itavia, confermano la ricostruzione della tragedia di Ustica che ci aveva fornito il giudice Priore e che abbiamo voluto richiamare anche nei materiali di comunicazione pensati per celebrare il 40/o anniversario: il DC9 è stato abbattuto». A dirlo è Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della Strage di Ustica, riferendosi alla traccia audio ripulita e pubblicata nei giorni scorsi da Rainews24 e acquisita agli atti della Procura di Roma, tratto dalla registrazione contenuta nella scatola nera del Dc9 Itavia precipitato il 27 giugno 1980 mentre da Bologna andava a Palermo. «Abbiamo inserito questa frase accanto al tracciato radar, unico documento salvato dalla distruzione totale delle prove, convinti che in questi due elementi si possa individuare la verità sulla Strage di Ustica», ha continuato Bonfietti, presentando le iniziative per ricordare i 40 anni della strage.

Multimedia
Ustica, a Bologna la commemorazione con il presidente Fico e i familiari delle vittime
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