Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 18 settembre 2024
 
 

Nigeria, verso la guerra civile

17/06/2012  Un'altra strage di cristiani, un'altra conferma della debolezza del Governo. Mentre i cristiani reagiscono con la vendetta, avanza lo spettro della guerra civile.

Con impressionante regolarità, il terrorismo islamico colpisce la domenica dei cristiani della nigeria. Influisce, ovviamente, la simbologia del giorno festivo ma anche una considerazione di tattica militare: la domenica i cristiani si radunano nelle chiese, diventando un bersaglio più facile per gli attentatori, che puntano appunto a sparare nel mucchio. Questa volta è toccato a cinque chiese nello Stato di Kaduna, nel Nord a maggioranza musulmana, con almeno 10 morti, tra i quali diversi bambini. Ma una settimana fa era stata colpita la città di Jos, con le stesse modalità. E prima ancora altre città e altre chiese.


Sotto accusa, come sempre, la setta fondamentalista Boko Haram, considerata responsabile dell'uccisione di almeno mille persone, in gran parte civili, dal 2009. Si sa che la setta, negli ultimi tempi, ha assorbito i transfughi di Al Qaeda Maghreb, i miliziani fedeli ai dettami di Osama Bin Laden che dall'Algeria, dove Governo ed esercito hanno fatto terra bruciata, si sono pian piano spostati verso Sud: verso il Mali, dove contribuiscono all'indipendentismo dei tuareg, e appunto verso la Nigeria.

L'offensiva sanguinaria di Boko Haram (che alla lettera significa: "La cultura occidentale è peccato") è un dato di fatto. Ma di quanto avviene in Nigeria colpisce ormai soprattutto l'inerzia del governo, e la sua incapacità di mettere almeno un freno alle violenze.

Il Paese è diviso tra una maggioranza di musulmani (50% della popolazione totale) e una minoranza di cristiani così corposa (40%) da non poter nemmeno essere considerata minoranza. Da anni, però, cresce e si diffonde tra i musulmani un movimento che chiede l'applicazione della shari'a, cioè della legge islamica. Boko Haram fonda la propria propaganda proprio su questo terreno, che peraltro ha già fondamento nell'ordinamento giuridico della nazione: dei 36 Stati che compongono la Nigeria, già 12 hanno adottato la shari'a, 9 a pieno titolo e altri 3 solo per le aree a maggioranza islamica.

I cristiani sono così stretti tra l'incudine di un movimento che finirebbe per discriminarli pesantemente e il martello di un terrorismo a sfondo religioso che non trova argine. Prima potenza petrolifera dell'Africa, sesta potenza petrolifera del mondo e uno dei Paesi più corrotti del pianeta, la Nigeria deve affrontare uno spettro se possibile anche peggiore di quello del terrorismo: lo spettro della guerra civile.

Dopo le stragi nelle chiese, i cristiani dello Stato di Kaduna, esasperati dall'ennesima ondata di violenze, hanno deciso di reagire. Hanno formato dei posti di blocco, hanno fermato le automobili guidate da musulmani e hanno ucciso i passeggeri. Una vendetta quasi inevitabile, vista la debolezza del Governo e l'inefficienza delle forze di sicurezza. Destinata però a favorire i piani, e la propaganda, di Boko Haram. Ma se il meccanismo "attacco-reazione" dovesse diffondersi, gli scontri non farebbero che moltiplicarsi, fino a rendere ipotizzabile la divisione del Paese tra un Nord musulmano e un Sud cristiano. 

Una possibilità solo teorica, perché quanto a gas e petrolio (che procurano allo Stato il 95% delle esportazioni e l'80% degli introiti) la parte ricca è il Sud cristiano, mentre nel Nord musulmano è più ampia la disoccupazione che, su scala nazionale, ammonta al 21% della popolazione in età da lavoro. La Nigeria, insomma, è affacciata sul disastro. E il suo Governo pare del tutto inadeguato.

  

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo