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Strage Piazza della Loggia, assolti

14/04/2012  La setenza della Corte d'appello d'assise di Brescia conferma l'assoluzione: nessun colpevole per una strage che nel 1974 fece 8 morti e centinaia di feriti. Parlano i familiari.

Oltre il danno la beffa. La Corte d’assise d’appello di Brescia ha assolto i quattro imputati accusati per la strage di piazza della Loggia e ha condannato, come già era avvenuto per piazza Fontana, i familiari delle vittime a pagare le spese processuali. «Non ho difficoltà a pagare, perché in questo processo noi abbiamo difeso lo Stato e il diritto di tutti gli italiani di conoscere la verità», commenta Manlio Milani, presidente dell’associazione Casa memoria.


Milani, che nella strage del 28 maggio 1974, perse la moglie Livia Bottardi, attende le motivazioni della sentenza che saranno rese note entro 90 giorni. «Ci auguriamo che, a differenza di quelle di primo grado, siano serie e sappiano ricostruire almeno il quadro storico nel quale è avvenuta la strage tenendo conto di quanto è emerso in dibattimento. Oggi sappiamo molte cose in più sulle ragioni di quel gesto, dell’ambiente nel quale la strage è maturata, dei depistagli». «Ci attendevamo un’assoluzione», continua, perché la responsabilità penale è sempre personale e, dopo 38 anni, è difficile accertare oltre ogni ragionevole dubbio che qualcuno abbia commesso qualcosa. L’errore, però, è stato al principio. Non bisogna dimenticare il lavaggio della piazza con gli idranti, avvenuto subito dopo la strage e che ha impedito la valutazione certa di molti elementi, in primis quello sul tipo di esplosivo utilizzato». 

Otto morti (Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Euplo Natali, Clementina Calzari Trebeschi, Alberto Trebeschi, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti), centinaia di feriti e nessun colpevole. Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, che coordinò le indagini iniziali, Maurizio Tramonte vedono così confermata la sentenza di primo grado che li assolveva con la formula dubitativa. 

I parenti delle vittime sono intenzionati a proporre appello in Cassazione. «A distanza di così tanto tempo e dopo tutte le vicende processuali», commenta il procuratore, Di Martino «Questa vicenda esce dalle aule dei tribunali e viene consegnata alla storia». «Quello che ci auguriamo adesso», conclude Milani, «è che in questa sede si faccia pienamente luce su ciò che è accaduto. Non ci interessano le condanne, ma abbiamo diritto a conoscere la verità. Noi e l’intero Paese».

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