Resta
stabile il numero delle persone straniere, comunitarie e non,
presenti in Italia. Sono circa 5 milioni, tenendo conto dei dati
Istat e di una componente irrregolare che ancora permane. Ma è una
presenza che “fa crescere l'Italia” grazie all'apporto alla
natalità dato dalle donne straniere.
È
uno dei tanti dati che si trovano nel 23°
Rapporto Immigrazione
realizzato dalla Caritas Italiana e Migrantes, un documento
fondamentale per capire le dinamiche dell'immigrazione straniera in
Italia.
Alla presentazione del Rapporto ha partecipato il ministro
per l'Integrazione, Cécile Kyenge, la quale ha ribadito “l'urgenza
di una riforma sulla cittadinanza”.
La
nuova edizione del Rapporto, rispetto al passato, privilegia
l'osservazione delle realtà locali, partendo dalla rete delle sedi
diocesane della Caritas e offre un quadro preciso della presenza
straniera nelle varie regione italiane.
Ecco
i punti salienti del Rapporto:
-
Mentre nel mondo le migrazioni crescono (nel 2012 oltre 232 milioni
di persone hanno lasciato il proprio Paese per vivere in un'altra
nazione), in Italia il fenomeno migratorio continua, ma non aumenta.
Infatti la crescita interna dei migranti viene quasi annullata dai
rientri nei Paesi di origine.
-
Nel 2013, anche a causa della crisi economica, c'è stato un
indebolimento della tutela dei fondamentali diritti umani dei
migranti. Lo si è visto con la tragedia di Lampedusa e con la
carente applicazione dei diritti dei lavoratori in molti luoghi
(dalle imprese di Prato a Rosarno). Così, per Oliviero Forti,
responsabile dell'Ufficio Immigrazione della Caritas Italiana, la
presenza degli immigrati sul nostro territorio diventa “una risorsa
che la crisi sta dissipando”.
-
Il trattenimento degli stranieri nei Cie
(Centri di identificazione ed espulsione) “non soddisfa l'interesse
al controllo delle frontiere e alla regolarizzazione dei flussi
migratori, ma sembra piuttosto assolvere alla funzione di 'sedativo'
delle ansie di chi percepisce la presenza dello straniero
irregolarmente soggiornante, o dello straniero in quanto tale, come
pericolo per la sicurezza”. Perciò “le norme che regolano il
trattenimento nei Cie
appaiono illegittime, in quanto
non rispettano le garanzie dei diritti costituzionali e non superano
i test di ragionevolezza”.
-
Resta scarsa l'attenzione verso gli strumenti per garantire le pari
opportunità, mentre “troppe sono ancora le vittime di tratta per
sfruttamento sessuale o lavorativo che chiedono un riconoscimento e
una protezione sociale”.
Il
Rapporto richiama anche l'aspetto religioso della presenza straniera
in Italia e denuncia che “la fede diversa di tante persone non è
ancora diventata il luogo per un nuovo, quotidiano cammino di fede,
di dialogo ecumenico e religioso delle nostre comunità”.
Nonostante
queste difficoltà, la conclusione è che gli immigrati presenti in
Italia sono “resilienti”, cioè impoveriti, bisognosi di aiuto,
ma al tempo stesso capaci di resistere, sia pure a fatica.