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lunedì 17 marzo 2025
 
 

Strauss Kahn, complotto a due facce

02/07/2011  Troppo colpevole prima, troppo innocente adesso. Mentre la storia della cameriera Nafissatou rimbalza tra Africa e Usa, droga, conti bancari e ricatti.

Cherchez la femme... Ancora una volta. C'era da aspettarselo. Erano già tre settimane che Tristane Banon era di nuovo stata inghiottita dall'anonimato. La Banon é la giornalista francese che, allo scoppiare del caso Strauss Khan, ha rivelato ai media il tentativo di violenza di cui era stata vittima qualche anno fa, da parte di DSK. Questo ripiombare nel silenzio ha dato da pensare. Che qualcuno la volesse riportare a miti consigli visto che il procuratore Cyrus Vance stava smontando una ad una le accuse della misteriosa Nafissatou Diallo alias Ophelia?

     Fatto sta che la Banon é sparita dalla circolazione. E pure tutto il coro di voci che seguivano il carro della gogna di DSK gridando "Io lo sapevo!" "E' malato, non si sa controllare!" e via dicendo. Se alle accuse infiammate é stata sostituita un'improvvisa moderazione, é perché la bomba a orologeria innescata dal team di difensori stava per esplodere. Nafissatou Diallo sarebbe cosí una bugiarda, una prostituta, una figura losca circondata da persone di malaffare. Una brutta immagine messa su in 48 ore e profondamente diversa dal ritratto dipinto qualche tempo fa dal New York Times, che aveva spedito tre reporter in Guinea per indagare sul passato e sulle relazioni di Nafissatou.

     Alla luce delle nuove rivelazioni, le teorie sul complotto ai danni dell'ex Presidente del Fondo Monetario Internazionale, inevitabilmente, riaffiorano. Un dettaglio, saputo fin dalle prime ore dell'indagine, ovvero il fatto che la Diallo arrivasse da una nazione francofona, la Guinea, ha messo in moto dall'inizio qualche sospetto. Come in tutti i Paesi della cosiddetta France Afrique, le ex colonie, il rapporto con Parigi é ancora molto stretto. I media nazionali guineani riservano molto spesso le prime pagine a quanto accade in Francia.

     Gli avvocati di DSK hanno dunque rifiutato l'idea che la donna ignorasse completamente l'identità del loro illustre cliente. Qualcuno, una volta affossata la reputazione della Diallo, sta pensando a una macchinazione architettata addirittura all'ombra della Tour Eiffel. Il deputato socialista Francois Loncle ha fatto allusione a un possibile coinvolgimento del gruppo (francese) Sofitel-Accor, a cui appartiene il lussuoso hotel di Manhattan teatro dello scandalo, nello svolgersi della vicenda. Volendo spostare la lente di Sherlock Holmes sul fortunato gruppo di hotellerie d'oltralpe, effettivamente viene fuori che Gilles Pélisson, ex AD della società, fa parte del giro di imprenditori vicini a Sarkozy. Pélisson lavorò infatti per molto tempo a fianco di Martin Bouygues, uno dei finanziatori della campagna presidenziale.
    

    Complotto? Forse, ma ai danni di chi?

     Un'amicizia non rende automaticamente complici di  un complotto, ma qualcuno, nelle file pro-Strauss Kahn, sta valutando l'ipotesi seriamente. "Non voglio accusare nessuno in particolare" ha riferito, prudente, Loncle. "Ma é successo qualcosa tra Parigi e New York... esistono degli uffici, sapete...esistono delle organizzazioni che potrebbero creare ad arte tutto questo imbroglio...".

     Il complotto, in questa storia ingarbugliata, potrebbe essere però anche al contrario. Ovvero, ai danni della cameriera.  Le sue ammissioni e la rivelazione delle sue bugie sono arrivate in modo torrenziale, tutte d'un tratto. Una cosa che lascia un po' perplessi é la famosa traduzione di una telefonata compiuta da Nafissatou proprio nei giorni che seguirono la presunta violenza. In quella chiamata rivolta al fidanzato in carcere in Arizona, la Diallo avrebbe fatto riferimento a una montagna di quattrini in arrivo grazie a quanto era appena successo.

     La traduzione é giunta sul tavolo del procuratore Vance due giorni fa, un mese e mezzo dopo i fatti e l'arresto. Il motivo di tanto ritardo é stato spiegato dicendo che la telefonata era in peul, o fulani, una lingua africana. Ma il peul non é il  dialetto di una borgata isolata, bensí la lingua di milioni di persone sparse fra il Mali, il Niger, il Cameroun, la Guinea e la Nigeria. Esistono alcune differenze dialettali fra le regioni, ma la radice é una. Possibile che in un caso come questo, ci sia voluto cosí tanto tempo per scovare un interprete?

     I giornalisti africani di Guinea News, sono stati in grado nelle ultime ore di appurare l'identità del boyfriend dietro le sbarre. Si tratterebbe di un certo Mamadu Jallow, originario del... Gambia. E'quindi ancora più probabile che la lingua peul in cui si sono espressi non fosse quella dialettale propria della Guinea, ma la lingua comprensibile ad entrambi. Parlata da moltissime persone.

     Poi ci sono i conti bancari con cifre a cinque zeri che Nafissatou avrebbe aperto a proprio nome in giro per gli Stati Uniti. Anche in questo caso, é possibile che un team di investigatori privati al soldo di DSK quali Guidepost Solutions, in grado di vantare nel proprio organigramma veterani dei servizi segreti Usa, non sia giunta prima alla scoperta di questi conti correnti intestati esplicitamente alla cameriera?
 
   

     Il sospiro di sollievo dei socialisti

     Sempre i giornalisti guineani affermano che ad avere aperto i conti sarebbe stato proprio questo Jallow: il giovane gambiano avrebbe depositato il denaro proveniente dai suoi traffici illeciti usando come prestanome l'ingenua fidanzata. Il che ammorbidirebbe un po' la posizione della Diallo, visto che, a detta del suo entourage, la donna non aveva un tran tran quotidiano proprio di una milionaria.

     Ma in questo momento, la stampa internazionale non sembra occuparsi troppo di questi dettagli, e preferisce focalizzarsi sul piatto di pappardelle al tartufo da 100 dollari gustate da Strauss Kahn in un ristorante italiano di Manhattan, durante la sua prima serata da uomo libero - almeno su suolo americano, visto che il passaporto é ancora in mano alla procura. 

     Intanto la Francia si interroga sulla possibilità per Strauss Kahn di riaffacciarsi alla scena politica. Sebbene la sinistra tiri sospiri di sollievo, e la consorte Anne Sinclair sorrida ai fotografi con un'espressione trionfante, rimane sotto la luce dei riflettori un uomo che ha rivelato tutta la sua debolezza e il suo rapporto alterato con le donne. A pochi mesi dalle primarie socialiste, favorito nei sondaggi e prossimo a una candidatura presidenziale, é accettabile che un politico di tale statura ceda ai suoi impulsi - perché rapporto c'é stato, ed ammesso- in maniera cosí irrazionale?

     Si può davvero passare un colpo di spugna sui volti di Nafissatou Diallo, Tristane Banon, Piroska Nagy (l'analista dell'FMI con cui DSK ebbe una relazione fugace)? Sulle mille voci, che, ben prima dello scandalo, definivano Strauss Kahn come "obsedé sexuel" (voci messe nero su bianco nel libro Sexus politicus di Christophe Deloire, pubblicato nel 2008)? Come conciliare quest'immagine con la misura e l'equilibrio richieste a chi si pone alla guida di un Paese? La Francia già si interroga sul futuro, sebbene, oltreoceano, il tribunale di New York sia ancora lontano dal mettere la parola fine al caso.

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