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martedì 08 ottobre 2024
 
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Sud Sudan, ferito Christian Carlassare, il più giovane vescovo italiano

26/04/2021  Nella notte due uomini armati hanno fatto irruzione nella sua residenza sparandogli a entrambe le gambe. Il missionario comboniano, 43 anni, era stato nominato alla guida della diocesi lo scorso 8 marzo da papa Francesco

Poco dopo la mezzanotte fra il 25 e il 26 aprile due persone armate e non identificate hanno fatto irruzione nella residenza di monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano e nuovo vescovo di Rumbek (Sud Sudan). I due gli hanno sparato ferendolo a entrambe le gambe.

Il vescovo è stato prontamente soccorso dai medici del Cuamm, che gestiscono l’ospedale locale. Non è in pericolo di vita, riferiscono i suoi collaboratori da Rumbek, ma è già in corso il suo trasferimento a Nairobi, dove avrà bisogno di ulteriori cure e di trasfusioni, per la consistente emorragia provocata dalle ferite.

Al momento, non ci sono spiegazioni plausibili delle ragioni dell'attentato. L'unica ipotesi è che abbia a che fare con le tensioni etniche che travagliano il Paese africano: Rumbek si trova in un'area abitata dai dinka, Christian nei 15 anni precedenti alla sua nomina a vescovo aveva operato come missionario in un territorio dell'altra grande etnia sudsudanese, i Nuer. 

Mons. Carlassare è stato nominato da Papa Francesco alla guida della diocesi di Rumbek lo scorso 8 marzo. Vicentino, ha 43 anni, è il più giovane vescovo italiano e uno fra i più giovani al mondo.

È stato lui stesso a chiamare in Italia per rassicurare la famiglia e i comboniani sulle sue condizioni di salute: «Pregate non tanto per me, ma per la gente di Rumbek che soffre più di me», ha detto.

Carlassare, nella giovanissima diocesi di Rumbek (nata nel 1975), succede a a monsignor Cesare Mazzolari, anche lui missionario comboniano, considerato un “padre della Patria” per la sua lunga opera pastorale a favore della popolazione sudsudanese. Mazzolari era morto nel luglio del 2011, una settimana dopo la dichiarazione dell’indipendenza del Sud Sudan.

Poche settimane fa padre Christian, in un’intervista, aveva dichiarato al mensile dei comboniani Nigrizia il suo più grande desiderio: «Sogno che i giovani del Sud Sudan possano realizzare le loro aspirazioni, che non siano costretti a darsi alle armi o a emigrare, che possano studiare e trovare un lavoro che costruisca il futuro e dia stabilità al Paese. Sogno che le giovani ragazze del Sud Sudan possano emanciparsi e non essere totalmente dipendenti dai loro capi famiglia e che possano fare le proprie scelte in libertà».

 
 
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