“Speriamo che il papa venga al più presto, magari insieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welbey”. A Famiglia Cristiana parla il vescovo di Juba, mons.Lukudu Loro e spiega la situazione del Sud Sudan.
Qual è la situazione?
“La gente è stravolta, disgustata dalla guerra. Non c’è sicurezza, solo violenza inaudita. Non c’è un governo, ma solo paura, paura”.
Cosa fanno le Chiese cristiane?
“Cerchiamo di aiutare la gente e soprattutto continuiamo a scongiurare il governo e le altre fazioni a smetterla con la violenza e l’odio”.
E qual è la risposta?
“Che prima si vince la guerra e poi si può fare la pace e organizzare il dialogo tra le etnie e le tribù. Una risposta sconvolgente, che non porta a nulla di bene”.
Vi ispirate al modello della Repubblica Centrafricana?
“Esattamente. A Bangui i leader religiosi sono riusciti a mettere d’accordo le fazioni in lotta. Noi speriamo di fare altrettanto, ma abbiamo bisogno di aiuto. Per questo abbiamo chiesto tutti insieme ecumenicamente al papa di venire. Lui ci ha detto: “Farò del mio meglio io voglio visitare il Sud Sudan”.
Mancavano i musulmani.
“Ma sono d’accordo con noi sul fatto che una visita del Papa può favorire le fazioni a trovare una via di uscita”.
Le pressioni della Comunità internazionale non sono servite finora?
“No. Ma il problema è tra di noi. I nostri leader cercano la vittoria e non la pace. Siamo noi che dobbiamo trovare un accordo, gli altri possono solo aiutarci”.
Come?
“Per esempio con l’invio di una forza di pace, caschi blu non solo africani, per aiutare la popolazione. Siamo allo stremo, non ci sono strade sicure, manca il cibo, l’acqua, le cure sanitarie, la violenza è spaventosa e la gente continua a fuggire cercando un luogo sicuro dove ripararsi magari in zone lontane da tutto e disabitate. Abbiamo ottenuto l’indipendenza, ma non abbiamo saputo gestirla e la situazione è ormai fuori controllo”.
Alberto Bobbio