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sabato 10 giugno 2023
 
Assemblea Cei
 

«Sugli abusi la Chiesa non è omertosa»

25/05/2023  Il cardinale Zuppi replica alle insinuazioni di stampa: Il vescovo di Tivoli ha segnalato l'abuso alla polizia e ha revocato l'idoneità a insegnare religione all'uomo arrestato per pedofilia. Crediamo nella giustizia, non nel giustizialismo. E sulla missione di pace in Ucraina aggiunge: «Una questione che tocca il Papa fino alle lacrime»

Non ci stanno il cardinale Matteo Zuppi e monsignor Giuseppe Baturi, presidente e segretario della Cei, a far passare la Chiesa cattolica come connivente o omertosa. Alla conferenza stampa di fine Assemblea tiene banco il tema degli abusi da parte di un ex insegnante di religione di Tivoli che, in passato, aveva ricoperto ruoli importanti anche nell’Azione cattolica. «Il vescovo di Tivoli ha subito segnalato il caso alla polizia e ha revocato l’idoneità all’insegnamento di religione al professore», ricorda il cardinale Zuppi. «La Chiesa di Tivoli e tutta la Chiesa italiana hanno rispetto per la giustizia, ma non possiamo accettare l’accusa di atteggiamento omertoso», ripete. Dal canto suo monsignor Baturi ricorda che molte associazioni hanno messo in atto e stanno formulando specifici protocolli «la stessa Azione cattolica ne ha approntato uno – Safe  - che sta diffondendo in tutti i gruppi. Molte associazioni hanno inviato al Dicastero per i laici le proprie procedure per la massima sorveglianza e tutela dei minori».  Seppur da tre anni l’uomo, Mirko Campoli, tratto in arresto dalla polizia nei giorni scorsi, non avesse più alcun incarico in associazione la notizia ha scioccato e amareggiato gli aderenti che mai avevano avuto sentore di qualcosa nei suoi riguardi. «Questo tema degli abusi», hanno detto sia il cardinale Zuppi che Baturi, «ci addolora e ci preoccupa». La Cei tornerà a occuparsene nell’assemblea straordinaria che si terrà ad Assisi dal 13 al 16 novembre prossimi dedicata alla formazione dei sacerdoti e alle procedure per combattere gli abusi. Alla domanda se sta emergendo che qualche vescovo debba essere punito per aver coperto gli scandali il presidente della Cei si è augurato «di non dover punire qualcuno. Tra  l’altro non sarei io a farlo ma il Vaticano, ma spero che non ci sia materia per dover punire qualcuno. Non c’è bisogno di giustizialismo, ma di giustizia, che è una cosa molto seria. Invocare il giustizialismo è sempre pericoloso per la giustizia come diceva la massima latina Summum ius, summa iniuria». C’è comunque la preoccupazione di stare vicini alle vittime e di collaborare il più possibile con le autorità civili secondo le norme del luogo e anche tenendo conto della volontà della vittima. «La vigilanza non è mai sufficiente», ha detto monsignor Baturi, «e anche un solo caso di abuso è motivo per un’azione più serrata». Inoltre sebbene in Italia non ci sia obbligo di denuncia, il vescovo ha ribadito che «già nel 2019 la Cei ha parlato di obbligo morale a denunciare e di collaborazione con le autorità statali». Ovviamente con alcuni vincoli: che le accuse siano fondate dopo un’indagine previsa, che ci sia un rischio imminente e che non ci sia l’opposizione del minore. Il secondo Report nazionale sugli abusi, che la Cei si era ripromessa di rendere noto in tempi brevi verrà diffuso durante l’assemblea di Assisi.

Nella conferenza stampa si è posto l’accento anche sulla situazione della povertà in Italia, del problema case e della diminuzione dell’8 per mille. Il presidente della Cei ha sottolineato che, sebbene le entrate siano diminuite la Cei redistribuirà, anche grazie ad altri fondi, le risorse in modo da non intaccare in nulla quanto finora erogato per le attività caritative.

Sulla missione di pace in Ucraina, affidatagli dal Papa, il cardinale ha voluto sottolineare soltanto che essa è «in accordo con la segreteria di Stato» e che è volta a «contribuire ad allentare le tensioni del conflitto in Ucraina» per cercare di aprire strade di pace, una questione che coinvolge il Papa «fino alle lacrime».

 
 
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