Se Massimo Ghini chiamato a interpetrare Ennio Doris, malgrado il trucco e parrucco, non è così mimetico nei panni del fondatore di Mediolanum scomparso il 24 novembre 2021 all’età di 81 anni, Alessandro Bertolucci in quelli di Silvio Berlusconi è davvero straordinario, tanto che si stenta a tenere a bada la strana sensazione che il cavaliere sia tornato tra noi. Un ristretto numero di giornalisti, tra cui Famiglia cristiana, è stato invitato ad assistere a uno degli ultimi ciak del film ispirato alla vita di Ennio Doris, con la regia di Giacomo Campiotti. Le riprese, iniziate il 25 settembre, e che si sono svolte tra Milano, Lombardia, Portofino, Parigi e in Veneto, regione del cuore e di nascita di Ennio Doris, finiranno il 16 novembre. Il film, prodotto da Movie Magic International S.r.l., sarà destinato alle sale forse già in primavera e poi alle reti Mediaset. È stata un’idea della famiglia Doris realizzare un film su Ennio, che nel 2014 aveva pubblicato la sua autobiografia da cui il film ha preso il titolo, C’è anche un domani (Sperling & Kupfer), mentre proprio in questi giorni esce Ennio Doris, mio padre (Mondadori), scritto dalla figlia Sara. La scena a cui abbiamo assistito è relativa al momento in cui il 10 settembre 2008, dopo il crack delle Lehman Brothers, Ennio Doris a Palazzo Mezzanotte di Milano (nella realtà fu nel palazzo Paleocapa di Finivest) tenne un celebre discorso davanti alla platea degli investitori annunciando che gli azionisti di Mediolanum, soprattutto piccoli risparmiatori, non avrebbero subito il contraccolpo di quella debacle planetaria, Malgrado fosse lui il protagonista della scena in quel momento, l’arrivo a Palazzo Mezzanotte del socio Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, crea scompiglio tra la folla dei giornalisti che lo insegue nei corridoi mentre Silvio dispensa strette di mano e sorrisi prima di entrare nella sala dove Ennio Doris terrà il suo discorso.
Le scene non sono state girate nella location originale, che non può permettersi di paralizzare per un interro giorno le attività della Borsa, bensì nei sontuosi locali della Fondazione Cariplo a pochi passi dalla Scala, in un Palazzo di stile neoclassico che fu, in età napoleonica, la residenza di Francesco Melzi d'Eril e che custodisce un patrimonio in opere d’arte, tra cui le opere del Tiepolo (Cacciatore a cavallo e Cacciatore con cervo), di Luca Carlavarijs (Capriccio con scene di vita in una città portuale), fino a Guglielmo Ciardi (Pescatore in laguna) e ai disegni di Achille Funi (La Gloria e Minerva).
Durante la conferenza stampa abbiamo potuto parlare con il regista e gli attori del cast (oltre ai già citati Ghini e Bertolucci, Lucrezia Lante della Rovere nei panni della moglie di Doris, Lina Tombolato, e Eugenio Franceschini che intrepreta il figlio Massimo. «Quando la società di produzione mi ha chiesto di dirigere questo film», dichiara Giacomo Campiotti, «confesso che non sapevo nulla della vita di Ennio Doris e mi sembrava che non ci fosse tutta questa materia per creare un film su un uomo d’affari. Mi sono documentato e ho scoperto la sua straordinaria ascesa e la sua umanità. Era nato poverissimo in un paese agricolo del veneto, Tombolo, dove da bambino non vedeva l’ora di finire la quinta elementare per poter andare a lavorare col padre, mediatore nel commercio delle mucche. Ma si ammalò di nefrite, andare a faticare era sconsigliato, e anche su indicazione del suo maestro, lo fecero studiare. Già avere un posto in banca gli sembrò un grande successo fino a pochi anni prima impensato, ma cominciò a fare carriera fino a quando ancora come dipendete della Dival, conquistò una posizione molto agiata. Eppure, non esitò a licenziarsi e a ricominciare tutto da capo per inseguire un sogno, quello di una banca famiglia per la famiglia. Capitò a Portofino per caso, una gita fuori programma con la moglie dopo una trasferta di lavoro a Genova, e lì incontrò per la prima volta Berlusconi. Gli raccontò il suo progetto e tempo dieci minuti sugellarono un accordo con una stretta di mano. Mediolanum fu l’unica società che Berlusconi ha fatto alla pari con il socio delegando a Doris la sua gestione senza mai interferire».
Grandi amici e soci in affari, a livello di vita privata Ennio Doris e Silvio Berlusconi erano molto diversi. Continua il regista Campiotti: «Ennio Doris era un uomo di fede, cresciuto in un a realtà in cui si andava a messa ogni domenica, si andava in processione e si digiunava il venerdì. Ma anche di profonda umanità. Ha aiutato tante famiglie in povertà senza farne pubblicità e la domenica pur da uomo potente qual era, la trascorreva con la famiglia o a giocare a carte con gli amici d’infanzia».
Massimo Ghini e Liucrezia Lante della Rovere, nei panni di Ennio Doris e la moglie Lina Tombolato
Al suo fianco, la moglie Lina:«Sono rimasta molto affascinata da questa donna così diversa da me, che si è dedicata alla famiglia, una famiglia unita in cui ci si vuole bene», dichiara Lucrezia Lante della Rovere. «Io sono stata educata a essere una donna indipendente, mentre Lina è stata l’ombra del marito, ma lo ha fatto con gioia, anche quando stava sveglia fino a tardi per aspettare che rientrasse da una giornata di lavoro, e gli faceva trovare le candele accese e ascoltava i suoi sfoghi e le sue confidenze. Lui le chiedeva consigli e la voleva a tutte le riunioni». Massimo Ghini esordisce dicendo che di come ha interpretato il ruolo parlerà solo quando il film sarà finito, ma legge su un foglietto che ha appena scritto tutti i personaggi storici che ha interpretato: Meucci, Giorgio Amendola, Galeazzo Ciano, Marco Antonio, papa Giovanni… «In questo caso non c’era molto da inventare, perché i testimoni della sua vita sono quasi tutti viventi; è stata per me una sorpresa scoprire la statura di questo self made man e sono rimasto altrettanto sorpreso nel vedere come i suoi familiari siano persone normalissime e umili, è difficile incontrare personaggi con questa responsabilità mantenere un atteggiamento così amichevole e disponibile. Ho avuto anche modo di familiarizzare un po’ con il mondo dell’economia, di cui ero digiuno, se non avessi chi mi consiglia, ad amministrare i soldi, di mio sarei già finito sotto un ponte».
Alessandro Bertolucci è Silvio Berlusconi
La curiosità dei cronisti e per l’attore che interpreta Silvio Berlusconi: «Davvero io non avrei mai pensato di essere scelto per questo ruolo», confessa Alessandro Bertolucci. «Eppure, Campiotti ha intuito la mia somiglianza. che è anche merito di un sapiente lavoro dei truccatori. Quello che volevo evitare era rendere Silvio Berlusconi una caricatura, per questo ho cercato di ascoltare i suoi audio e di vedere i suoi video, per trovare una misura giusta. Ora temo il giudizio della famiglia Berlusconi. Che sa del progetto ma non ha visto il copione e non ha avuto modo di collaborare con gli sceneggiatori e gli attori».
Regista e attori tornano su set e i cronisti sciamano verso le redazioni. Resta la curiosità di vedere se poi il film sarà solo una santificazione o il l’autentico racconto di un uomo che ha lasciato il segno.